L'OMAGGIO
VO' EUGANEO «È stato commovente vedere come i bambini di

Lunedì 22 Febbraio 2021
L'OMAGGIO VO' EUGANEO «È stato commovente vedere come i bambini di
L'OMAGGIO
VO' EUGANEO «È stato commovente vedere come i bambini di Vò abbiano partecipato allo studio sul Covid, consapevoli della sua importanza, e anche le loro famiglie. Nessuno studio al mondo ha permesso di analizzare più di 300 bambini, che hanno contribuito ad aumentare le conoscenze, unico modo per uscire da questa situazione. Un ringraziamento sentito». L'infettivologo Andrea Crisanti, intervenendo in collegamento video da Londra alla cerimonia ha elogiato pubblicamente il senso di responsabilità dei residenti. «Il senso civico degli abitanti Vò - ha aggiunto Crisanti - e le competenze dell'Università di Padova hanno portato un contributo incredibile alla conoscenza della dinamica di trasmissione del virus. Abbiamo trasformato una decisione unica ed estemporanea della Regione in conoscenza scientifica».
E ha sottolineato: «Dopo aver fatto tanti tamponi che l'Università aveva già approntato dal 10 gennaio abbiamo imparato che una grossa percentuale delle persone positive erano asintomatiche, che i bambini non si infettavano, permettendo così di tenere le materne e le elementari aperte, che uno degli ambienti di maggiore trasmissione sono le famiglie e le Rsa. Un'altra cosa è che dopo il secondo campionamento, che ha permesso di scoprire altri 6/7 casi prima sfuggiti, non c'è stato praticamente nessun caso di trasmissione. Ora, contro le varianti serve un lockdown anche localizzato, in stile Vò. In Australia per cinque giorni è stato messo in lockdown stretto uno stato di 2,5 milioni di persone e sono stati fatti 50-60 mila tamponi. Questa è la ricetta che altri Paesi hanno attuato, la lezione è stata appresa e ora stanno senza mascherina».
Poi ha concluso: «Stiamo lanciando un programma nazionale di vigilanza sulle varianti per avere giorno per giorno una fotografia di quello che accade in Italia. A Vò abbiamo fatto anche un altro studio, sull'analisi genetica della popolazione. E' in via di conclusione».
Il professor Stefano Merigliano presidente della Scuola di Medicina dell'Università, 12 mila studenti 800 docenti. «Ricordo bene un bambino che doveva farsi il prelievo. I clown lo consolavano, i genitori erano preoccupati, ma lui ha detto: io lo voglio fare perché voglio tornare a giocare con i miei amici. È stato merito di questa coscienza se abbiamo potuto fare un lavoro incredibile su tracciamento e vie di diffusione del virus. Questo senso civico dobbiamo continuare a mantenerlo evitando ad esempio gli assembramenti. Per il resto appena avremo i vaccini siamo pronti a rimobilitarci tutti e prendere esempio da quelle famiglie, anche con due bambini in braccio, che sono venute a fare lo screening. Ma non solo da loro. Ricordo che la prima persona a cui facemmo il tampone dopo i fatti, fu una signora che non camminava se non con il deambulatore e che si piazzò un'ora prima davanti al gazebo. Ecco, io ho voluto portare con me molti specializzandi, medici e infermieri in formazione per far loro capire che cosa vuole dire solidarietà e servizio. Molti dopo mi hanno ringraziato dicendo che era stata la più bella esperienza della loro vita. Di sicuro ha contribuito a far crescere il senso di appartenenza per ciò che facciamo».
Anche gli ospedali sono stati messi a dura prova. «Quello di Padova ad esempio si è ricondizionato per 18 volte in un anno fra aperture di reparti e chiusure di altri. Ci sono stati anche 500 ricoveri Covid e nello stesso tempo non sono stati dimenticati gli altri pazienti, perché anche un ritardo per togliere un'ernia inguinale può condizionare una vita».
M.G.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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