L'INTERVISTA
PADOVA Seduta allo sportello del Caf, con il suo cagnolino in braccio

Martedì 26 Marzo 2019
L'INTERVISTA PADOVA Seduta allo sportello del Caf, con il suo cagnolino in braccio
L'INTERVISTA
PADOVA Seduta allo sportello del Caf, con il suo cagnolino in braccio e con gli occhi pieni di speranza. E' Monica Buja, 60 anni, ex imprenditrice che ora si trova completamente  disoccupata. Come  altri mille padovani, si è rivolta alla Cgil per ottenere il reddito di cittadinanza. Ieri mattina si è presentata all'appuntamento fissato dal sindacato, ora attende la chiamata giusta. Monica ha voglia di rimboccarsi le maniche, trovare un lavoro e ricominciare. Sopra la scrivania, davanti a lei, c'è una pila di documenti: pratiche e certificati colmi di numeri e annotazioni. 
Signora Buja, di cosa si è occupata nella sua vita lavorativa?
«Sono una gemmologa. Analizzo  le caratteristiche delle pietre preziose e conosco ogni segreto di minerali e gemme. Sono una grande amante dell'arte e dell'estetica, ho disegnato anche gioielli su commissione.  La crisi economica e le difficoltà familiari mi hanno costretta ad abbandonare la mia grande passione. Ora non  pretendo di fare ancora la gemmologa. Qualunque cosa va bene,  purché mi permetta di vivere dignitosamente».
Quali difficoltà sta incontrando oggi?
«Sono vedova da due anni. Ho sulle spalle un mutuo trentennale e in questa situazione la pensione di reversibilità non basta. Mi auguro di riuscire a districarmi  nella rete di limiti e requisiti imposti dalla legge, per non rimanere esclusa da questo  beneficio che per me potrebbe essere importante».
  Dove ha lavorato negli ultimi anni?
«Per quasi un ventennio ho gestito una ditta individuale di gioielleria, minerali e pietre dure. Avendo seguito studi d'arte, mi occupavo anche di  realizzare gioielli su ordinazione. Ho lavorato 18 anni in Trentino, dove avevo un negozio. Facevo analisi gemmologiche e allo stesso tempo vendevo gioielli al minuto. Tre anni fa ho deciso di tornare a Padova, la mia città d'origine. Ho cercato di continuare l'attività qui, ma non è andata bene. A causa della crisi, non rendeva più. La ditta è stata chiusa un anno fa. Ho detto addio a negozio, Partita Iva, tutto. Da quel momento non ho più trovato lavoro».
  Ha provato a cercare un'altra attività?
«Sì, certo. Ci provo da un anno. Continuo a inviare curriculum in giro, ma non ricevo risposte. Forse i datori di lavoro non sono ben predisposti a causa dell'età. Non cerco di fare la gemmologa, mi accontento di qualsiasi cosa. Lo ripeto. Mi basta lavorare».
Fa fatica ad arrivare alla fine fine del mese? 
«Purtroppo sì. Non posso vivere con 500 euro al mese. Non si può scappare dalle tasse, dalle spese quotidiane. In questo momento vivo da sola, ho un Isee bassissimo ed è difficile andare avanti. Per questo motivo oggi ho deciso di presentarmi qui e vedere che opportunità mi si può presentare».
Molti disoccupati che avevano preso appuntamento in un Caf della Cgil, poi  non hanno più portato avanti la pratica relativa al reddito di cittadinanza perché temevano di dover accettare offerte di lavoro troppo distanti da casa. Lei cosa  ne pensa?
«Quello sarebbe un problema, certo. Ma non è ancora il momento di pensarci. Mi auguro che la prima proposta sia vicina al luogo di residenza, spero non mi mandino a 150 chilometri di distanza. Mi auguro che vada tutto bene, me lo auguro con il cuore. Spero di aver diritto a un minimo di reddito che mi possa consentire di tirare avanti».
Elisa Fais
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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