L'INTERVISTA
PADOVA «Sapete che George Lucas si ispirò a Belzoni per

Sabato 25 Maggio 2019
L'INTERVISTA
PADOVA «Sapete che George Lucas si ispirò a Belzoni per il suo Indiana Jones? Fu proprio così. Lesse i resoconti delle avventure egiziane del nostro concittadino, editate nel 1820, e così nacque il suo personaggio»
È proprio vero. A Padova abbiamo degli uomini illustri di caratura mondiale che dovremmo venerare ogni giorno...
«E stavolta credo proprio che ci riusciremo. Perché questa mostra ha da una parte una valenza scientifica straordinaria, dal momento che è la prima di questo spessore, con prestiti dai maggiori musei del mondo. Ma ha anche un approccio didattico unico, con un carico di interazione, soprattutto per i bambini, eccezionale».
Un esempio?
«Penetrare attraverso il tunnel di una piramide riprodotta, all'interno di un sarcofago, oppure scrivere il proprio nome in italiano e vederselo tradurre nel linguaggio dei geroglifici, perché si deve a Belzoni con la scoperta dell'obelisco al tempio dell'isola di Philae, se poi Champollion grazie alla stele di Rosetta riuscì a completare l'alfabeto. Un riproduzione dell'obelisco alto 6 metri e mezzo la ritroveremo all'ingresso del S.Gaetano».
Sarà un paradiso per i giovani studenti...
«Tutto il S. Gaetano diventerà spazio per l'antico Egitto. Abbiamo inviato una sensibilizzazione a 6mila scuole nel raggio di 300 chilometri. E per poter far fronte ai visitatori, che attendiamo sopra i 150mila, faremo un servizio di prenotazione con i maggiori gestori nazionali, mentre gli albergatori avranno i biglietti a prezzo scontato. Si può già prenotare allo 0292897792».
Perché proprio il 2019?
«Perchè è l'anniversario dell'ultima volta che lui ritornò a Padova. Fu accolto come un astronauta. Era il 1819, e lui era al culmine della celebrità. Donò anche due statue che stettero all'ingresso del palazzo della Ragione fino al 1985 per poi essere collocate al museo dal quale riaffioreranno per l'occasione».
Come sarà coinvolta la città?
«Con molte iniziative. Non svelo tutto adesso ma intanto L'Egitto di Belzoni sarà presentato in uno stand alla Campionaria. Mentre le vetrine della Rinascente grazie ad un accordo con Tabacchi, saranno avvolte da vetrofanie dell'antico Egitto. E non smetto di ringraziare il presidente della Fondazione Muraro e il sindaco per l'aiuto».
Quanto tempo è occorso per prepare la mostra?
«Ci lavoriamo da due anni. Sono andato anche a Bristol perché nel museo di quella città dove è nata Sarah, la moglie di Belzoni, sono conservati molti dei suoi disegni, alcuni dei quali li vedremo qui. Abbiamo anche accarezzato l'idea di trovare la sua tomba in Niger. Luì morì mentre cercava le sorgenti del Nilo e la mitica Timbuctù. Fu sepolto sotto una palma con una semplice iscrizione sul legno».
Secondo lei qual è la grandezza di Belzoni?
«Il fatto di essere un personaggio unico: attore, genio meccanico, ricercatore. Lo considero il padre della moderna egittologia. Certo, lavorava per i suoi committenti, ma per la prima volta inventò un metodo scientifico di catalogazione, firmò la sue scoperte, perché aveva visto che altri se ne impadronivano, e soprattutto documentò con disegni suoi e di altri i ritrovamenti».
Una delle più grandi avventure è legata ad Abu Simbel ma le sorprese non finiscono solo con lui...
«Certo perché nel 1965 quando si decise di traslare il tempio per salvarlo dalle inondazioni fu l'Impregilo con i marmisti di Vicenza e Carrara che tagliò le statue. Ma la sega ad acqua capace di aprire un varco di soli 6 millimetri la inventò Luigi Rossato, un ingegnere padovano».
Mauro Giacon
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