L'INTERVISTA
PADOVA Francesco Scarpelli, agente di polizia locale all'Arcella,

Martedì 21 Gennaio 2020
L'INTERVISTA
PADOVA Francesco Scarpelli, agente di polizia locale all'Arcella, delegato Uil per il Comune e membro della segreteria provinciale del sindacato. Perché non volete lavorare il sabato?
«Sbagliato. Sono 151 anni che lavoriamo di sabato. E anzi abbiamo proposto noi all'amministrazione un modello potenziato che prevedesse più agenti il sabato: dai 105 ai 110 in servizio».
Ma non è andata...
«Già. Il comandante dopo aver proposto per tre volte un modello di cinque giorni su sette come quello attuale, più il sabato, e averlo illustrato agli uffici ha cambiato idea. Per questo siamo dispiaciuti. E ci sentiamo presi in giro. Da un referendum interno l'87 per cento preferisce stare così come ora. Questa volta il buon senso di Giordani non è stato applicato».
Adesso come funziona?
«Quando si lavora il sabato si recupera il riposo un giorno della settimana dopo».
E in futuro?
«Si lavora il sabato e sei giorni su sette, dunque non si recupera più niente».
Ma rimanete a casa tre domeniche...
«L'abbiamo sempre fatto solo che adesso lavoreremo tre sabati su quattro, prima uno».
Pagati di più?
«No, anzi. Lavorando sei ore al giorno invece che sette perdiamo il buono pasto, sono quasi 90 euro al mese».
Però ci vogliono più agenti, la città vive il sabato, dice il sindaco...
«Per noi la città vive molto di più da lunedì a venerdì quando arrivano 120mila auto al giorno in ingresso. Non ci sarà mica più gente di così nei fine settimana o la domenica quando siamo in 60. Dunque per noi i vigili servono di più nei primi cinque giorni».
Il comandante dice che con questa organizzazione c'è un'ora e mezzo di scavalco, cioè personale che si sormonta e la cosa non è efficiente...
«Tutt'altro. Chi fa il turno 7-14 si interseca con chi comincia dalle 12.30 alle 19.30. In queste ore c'è più personale in strada. Viceversa con mezz'ora solo di sormonto la città rimarrà sguarnita nelle ore più difficili per il traffico».
Eppure il modello sei ore è stato seguito fino a quando l'amministrazione Bitonci l'ha modificato e voi all'inizio eravate contro...
«Per onestà intellettuale devo dire è che è vero. Quando l'abbiamo sperimentato però ci siamo resi conto che è più funzionale. Prima che un agente arrivi, si cambi e prenda il mezzo di servizio e poi faccia lo stesso al ritorno, lavora effettivamente cinque ore. Ma ci sono anche altri punti».
Per esempio?
«Non si può cambiare l'organizzazione del lavoro a metà anno scolastico. Ci sono famiglie che hanno organizzato la scuola dei figli in modo da avere il sabato libero perché c'erano anche loro. Adesso che fanno? Baby sitter? Pensiamo al benessere dei lavoratori».
Tornando alle ore lavorate. Tutti i capoluoghi del Veneto fanno sei ore. Dunque?
«Ma non tutte le città d'Italia. A Milano 6 ore e 45. A Palermo si fanno 5 giorni su sette. E sono città da milioni di abitanti. Ogni città ha la sua problematica».
Lei pensa che l'iniziativa sia dettata da motivi di risparmio?
«Dipende. Così com'è concepita costerà di più a livello economico. Con aumento di straordinari e plus orari, ovvero quei momenti in cui stai per finire il turno e ti dicono che c'è un incidente e tu devi prolungare perché non c'è nessuno a scavalco. Comunque da tre dirigenti siamo rimasti a uno. Hanno già risparmiato».
Farete sciopero il 7 febbraio?
«Non so come sia uscita questa voce. Noi non abbiamo mai parlato di sciopero. Vero è che faremo un'assemblea dalle 9 alle 13 giovedì 23 giorno della festa di S. Sebastiano. I sindacati non sono mai stati così uniti. Partirà tutto da lì».
Mauro Giacon
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