L'INTERVISTA
PADOVA Assembramenti durante la movida? Per il questore non è

Domenica 5 Luglio 2020
L'INTERVISTA PADOVA Assembramenti durante la movida? Per il questore non è
L'INTERVISTA
PADOVA Assembramenti durante la movida? Per il questore non è un problema di ordine pubblico, ma di educazione. Ecco perchè i controlli non mancano, ma per evitare che avvengano certe situazioni, bisogna agire diversamente, instillando nei più giovani la necessità di rispettare le regole. Parola del questore Isabella Fusiello.
Il Comune installerà nuove telecamere in piazza Duomo, in risposta anche alle numerose richieste di maggiore sicurezza. Qual è la situazione in pieno centro?
«Innanzitutto la polizia con i carabinieri, la guardia di finanza e la polizia locale, è ben presente sul territorio. Noi forze dell'ordine lo presidiamo dal 10 di aprile. E in questo periodo abbiamo liberato anche alcune zone difficili. Parlo di piazza Salvemini, ma anche piazza De Gasperi. Non dimentichiamoci come erano quelle piazze e come sono adesso. Ma poi numerosi gli interventi anche nel piazzale della stazione. Le nostre pattuglie sono molto presenti anche all'Arcella e alla Stanga e, ovviamente nel centro, specialmente di sera, e ai giardini Arena, dove ci è stata richiesta una maggiore presenza. È chiaro che non possiamo stare in ogni dove. Significherebbe militarizzare una città e non credo sia questo l'interesse dei cittadini. Ovviamente bisogna fare un discorso diverso, però, tra le piazze degli spacciatori, e quelle della movida».
Ovvero?
«Intendo dire che piazza Duomo e la movida in generale sono un problema più di educazione e rispetto della res publica, che di criminalità. Non può essere un problema di polizia, risolvibile con un presidio. Noi ci siamo. Sempre. Il vero problema è che i ragazzi fanno uso smodato di sostanze alcoliche. È un discorso di disagio ed educazione familiare. Ma non è un problema di polizia. E per questo deve essere affrontato con altre strategie».
Cioè?
«Bisognerebbe capire, ad esempio, perchè questi ragazzi sentono così tanto la necessità di bere così tanto. Per questo dico che, ben vengano le telecamere, che oltre ad individuare gli eventuali autori di reato, agevolano gli investigatori. Ma quest'occhio in più, non risolverà il problema della movida».
È possibile che questa voglia di divertirsi dei giovanissmi in piazza sa legata al lockdown?
«Non è questione di lockdown, è questione di rispetto per la propria vita e la vita degli altri. Queste sono cose basilari di cui questi ragazzi sembrano non essere a conoscenza. O c'è il rispetto oppure bisogna che venga insegnata l'educazione».
Ma cosa si può fare ora, concretamente, in Duomo?
«Ho parlato con il sacerdote, che lamentava il fatto che i ragazzi si siedono sugli scalini o sul muretto. Ma la polizia non può farci nulla, non è mica un reato. In altre città sono stati messi dei dissuasori se si vuol evitare che qualcuno si sieda. Il vero problema è che questi ragazzi arrivano con casse di birra e bevono. E se non lo fanno lì lo fanno altrove, dove sono più nascosti. Se li mandiamo via da un posto, se ne vanno in un altro. Per questo dico che è un problema di educazione e non di polizia. Mancano i centri di aggregazione e così ai giovani non resta che la movida. E questo è il risultato».
Le cose sono cambiate in questi mesi, da quando è arrivata a Padova in piena emergenza Coronavirus?
«Sì. Sono stata io a invitare i cittadini di inviarmi gli esposti, per vedere di sistemare le situazioni più difficili. All'inizio me ne arrivavano tre pagine, ieri invece solo due segnalazioni. In particolare al parco dell'usignolo, tanto che i residenti mi hanno inviato a un dibattito pubblico martedì alle 21. Io non mi sottraggo al confronto».
Marina Lucchin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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