L'INTERVENTO
PADOVA Riqualificazione, rigenerazione e rilancio. La fase 2 è

Giovedì 14 Maggio 2020
L'INTERVENTO PADOVA Riqualificazione, rigenerazione e rilancio. La fase 2 è
L'INTERVENTO
PADOVA Riqualificazione, rigenerazione e rilancio. La fase 2 è iniziata all'insegna di questi tre presupposti e in uno scenario che sembra allestito per un set cinematografico, dove una Chernobyl post radiazioni viene trasferita in un Paese in guerra, tra calcinacci e macerie in mezzo a vasche di decontaminazione e uomini bardati con gli scafandri. In via Anelli, dunque, agli albori di quella che sarà la futura destinazione, cioè il sito che accoglierà tra 4 anni la questura padovana, il post Covid, anche se il lockdown non ha fatto registrare neppure un giorno di ritardo, è caratterizzato dalla bonifica per eliminare l'amianto dalla palazzina rossa al civico 25 e che ai tempi del Bronx ospitava la moschea.
PROTOCOLLO RIGOROSO
Le operazioni, che sottostanno a un protocollo rigorosissimo imposto dallo Spisal al Comune per tutelare la salute degli operatori e dei residenti, si concluderanno il 28 maggio. E il giorno successivo inizierà la demolizione dell'edificio, il terzo che dall'autunno scorso le ruspe hanno raso al suolo nel complesso Serenissima, lasciando al centro un gigantesco e disastrato piazzale, per certi versi inquietante, in cui solo qualche reperto, come pezzi di brande, resti di infissi e rimasugli di mobilio, ricorda la vita di un tempo, mentre 10 maxi sacchi bianchi sigillati, ciascuno dei quali contiene 400 chili di amianto già eliminato, rivela quella attuale. Ieri mattina Andrea Micalizzi, assessore ai Lavori Pubblici, durante un sopralluogo con diretta Facebook ha fatto il punto sul cronoprogramma dei lavori, che termineranno a metà agosto con l'abbattimento dell'ultima costruzione, quella al numero 15. Poi partirà l'iter per concludere lo scambio con il Demanio, che acquisirà appunto l'area di via Anelli e in cambio darà a Palazzo Moroni l'ex caserma Prandina. Alla vigilia dell'ultima firma, prevista per inizio autunno, ci sarà un'ultimissima e simbolica tappa: l'abbattimento dello storico muro realizzato nel 2006 dall'allora sindaco Flavio Zanonato tra via De Besi e via Anelli, nel tentativo, peraltro riuscito, di complicare la vita agli spacciatori che si scambiavano la droga da una strada all'altra.
IL CANTIERE
Micalizzi, che segue via Anelli da quasi vent'anni, cioè dai tempi in cui era presidente del quartiere San Lazzaro, ieri aveva al suo fianco anche Paolo Manfrin, leader del Comitato Stanga, Silvia Bresin, attuale numero uno della Consulta e alcuni cittadini che hanno vissuto i travagli del sito. «Da fuori - ha esordito l'esponente della giunta Giordani può sembrare che qui sia tutto fermo. In realtà è vero il contrario, perché i dipendenti della ditta Eureka stanno lavorando alacremente per bonificare dall'amianto bagni e cucine dell'ex moschea. Un lavoro meticoloso, fatto negli appartamenti sigillati da speciali teli, all'interno dei quali si arriva dopo aver indossato tute protettive e maschere particolari per evitare di inalare le polveri tossiche. E all'uscita gli addetti devono effettuare una serie di operazioni di decontaminazione. Negli alloggi, inoltre, sono stati inseriti dei filtri che depurano l'aria diretta all'esterno. Manovre complesse, quindi, che vengono controllate di continuo dallo Spisal».
«Certo, si tratta di interventi che hanno fatto lievitare i costi di 500 mila euro e dilatato i tempi del cantiere, ma ora che le modalità di smaltimento sono state codificate e la mappatura locale per locale è finalmente definita, si procederà rapidamente, anche perché adesso c'è un'unica ditta che fa tutto, mentre nel caso dei primi due edifici c'erano stati incarichi diversi. Abbiamo preferito dedicare maggior tempo a questa fase prodromica, per poter andare più spediti ora che tutto è definito. E la pausa dovuta al lockdown è stata utilizzata per ultimare tutte le procedure burocratiche: in via Anelli, quindi, non si è perso tempo». «Ci sono voluti 15 giorni per sigillare le 30 stanze della palazzina rossa ha confermato l'ingegner Nicola Carraro di Eureka e servirà una settimana per la rimozione dei teli di protezione e delle unità di decontaminazione che consentono al nostro personale di entrare e uscire in sicurezza».
IL FUTURO
Micalizzi non nasconde la soddisfazione per essere arrivato all'epilogo per l'ex Bronx. «Sono contento e condivido il mio stato d'animo con i residenti che con me si sono battuti per arrivare a questo risultato. É stato un impegno difficile, ma ne è valsa la pena. Presto il Demanio inizierà a realizzare qui la sede della Questura e poco distante ci sarà anche il nuovo ospedale. Tutto ciò dimostra la grande capacità di Padova di rialzarsi, anche dalle situazioni più difficili, che sia via Anelli, o che sia il dopo-Covid». «E non è un caso ha concluso che proprio dall'ex Bronx parta un nuovo disegno di città. Il quadrante est diventerà uno dei motori propulsivi di Padova, che favorirà la ripartenza dell'economia, anche se nella nostra provincia i cantieri non si sono mai fermati. La gente desidererà venire a vivere qui, lavorare e mandare i bambini a scuola. Sarà una fase 2 in tutti i sensi, che pone fine a un passato da dimenticare».
Nicoletta Cozza
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