L'INCHIESTA
PADOVA Proseguono le indagini sull'eredità da un milione di

Martedì 12 Novembre 2019
L'INCHIESTA PADOVA Proseguono le indagini sull'eredità da un milione di
L'INCHIESTA
PADOVA Proseguono le indagini sull'eredità da un milione di euro di Liliana Scarparolo, deceduta a fine settembre all'età di 90 anni. La Procura ha ordinato il sequestro dei due testamenti, uno redatto nel 2009 e uno del 2013, perchè saranno sottoposti alla perizia calligrafica. Nel registro degli indagati con l'accusa di circonvenzione di incapace, sono finite madre e figlia. L'architetto di 50 anni L.B. e la figlia L.F. studentessa di 20 anni, entrambe difese dall'avvocato Alberto Berardi. Liliana viveva insieme alla sorella in un appartamento di piazza Insurrezione. Un giorno, era il 2009, le due sorelle hanno deciso di recarsi dal notaio per redarre un testamento: in caso di morte di una delle due l'eredità sarebbe andata all'altra sorella e alla nipote, figlia di una terza sorella già morta. Alla fine di settembre, quando è deceduta Liliana, la nipote si è recata dal notaio per fare pubblicare il testamento e qui l'amara sorpresa: un secondo testamento redatto nel dicembre del 2013 da Liliana era già stato pubblicato in favore della mamma architetto e della figlia. E così la nipote, affiancata dal legale Francesco Neri Nardi del foro di Venezia, ha presentato denuncia e sono scattate le indagini da parte dei carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura. Le due indagate si sono difese affermando davanti agli inquirenti, che Liliana non amava la nipote perchè le aveva portato via la sorella, l'unica sua compagnia, facendola ricoverare in una casa di cura e diventandone il suo amministratore di sostegno. Madre e figlia, sarebbero state in contatto con la famiglia di Liliana, perchè il padre dell'architetto lavorava un tempo per il marito di Liliana: era proprietario di un mobilificio. Ma secondo l'accusa madre e figlia, che si spacciavano per le nipoti di Liliana, avrebbero circuito l'anziana dopo che era stata affiancata anche lei da un amministratore di sostegno, facendole poi scrivere un secondo testamento in loro favore.
M.A.
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