L'ESPERTO
PADOVA «Nel novanta per cento dei casi, si tratta di morti elettriche,

Martedì 4 Agosto 2020
L'ESPERTO
PADOVA «Nel novanta per cento dei casi, si tratta di morti elettriche, da aritmia». Il professor Gaetano Thiene, luminare delle patologie cardiache negli sportivi e delle morti improvvise nei giovani atleti, già direttore del Centro di patologia vascolare dell'Università di Padova, allarga le braccia di fronte all'ennesima vita in fiore stroncata fulmineamente.
«Ci risiamo, ancora una tragedia - commenta mestamente - La prima cosa che bisogna sapere è se questo ragazzo fosse cardiopatico, aspetto estremamente improbabile in assenza di sintomi o di una storia passata di malattia cardiaca. Con ogni probabilità siamo di fronte a una morta improvvisa che ha interessato il cuore. Purtroppo si possono fare solo congetture, esclusivamente l'autopsia potrà chiarire definitivamente». Bisogna studiarli bene questi ragazzi, analizzare l'elettrocardiogramma, l'ecocardiogramma, qualcosa ci dev'essere, sollecita il cattedratico. Qualcosa come una malattia eredo-familiare, cardiopatie non geneticamente determinate, insomma patologie strutturali o anomalie funzionali della stabilità elettrica del cuore, aritmie non necessariamente riconducibili a sindrome o malformazione. «Per capire - sottolinea Thiene - bisogna analizzare la storia clinica del singolo, valutare se ci sono stati dei segnali, degli eventuali campanelli d'allarme».
In quattro casi su cinque il responsabile è un problema cardiaco con una malattia purtroppo silente, altrimenti non si spiegherebbe come mai queste persone sono capaci di fare prestazioni sportive anche elevate senza manifestare alcun segno di mancanza di respiro, dolore o palpitazioni. «Al giorno d'oggi la sala autoptica non deve più essere la sala dove trovare la causa delle morti improvvise ma siano i laboratori di cardiografia, elettrocardiografia, imaging, risonanza magnetica i luoghi deputati a riconoscere in vita le alterazioni: sia possibile quindi fare una prevenzione e una cura. Insomma, fondamentale è poter agire prima che sia troppo tardi senza aspettare l'informazione tardiva data dall'autopsia. L'avanzamento delle tecnologie permette ora di effettuarne di cosiddette molecolari, in grado di stabilire cioè se ci sono alterazioni genetiche o infezioni virali del miocardio».
Federica Cappellato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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