L'ESPERTO
PADOVA «Il Veneto ha uno dei patrimoni più ampi di città

Domenica 4 Agosto 2019
L'ESPERTO PADOVA «Il Veneto ha uno dei patrimoni più ampi di città
L'ESPERTO
PADOVA «Il Veneto ha uno dei patrimoni più ampi di città murate, in Italia e nel mondo, del periodo che va dal 1000 al1500. Molte sono ben conservate e soprattutto la maggior parte di queste ha una continuità di vita, perchè dalla fondazione è giunta all'epoca moderna. Inoltre sono abitate e rappresentano quindi non solo un bene in sè, ma un vero e proprio elemento identitario del territorio e delle persone. Sono luoghi di vita e diventa essenziale quindi tutelarle. Quando si verificano, le lesioni non sono solo materiali, poichè colpiscono principalmente coloro che sono legati a quello spazio».
A parlare è Jacopo Bonetto, docente ordinario di Archelogia classica all'università di Padova, dipartimento dei Beni culturali, archeologia, storia dell'arte, del cinema e della musica.
«Un patrimonio immenso, quello italiano, che comprende quindi anche le città murate, per il quale gli stanziamenti sono insufficienti. Nel caso specifico di quanto accaduto a Montagnana, bisogna capire se l'evento atmosferico è stato di una eccezionale forza e gravità, tale da causare comunque il danno indipendentemente dallo stato delle mura. Lo vediamo del resto in tante altre situazioni, nelle quali gli eventi atmosferici violentissimi generano danni anche a costruzioni che sono perfette. Ciò ovviamente non toglie - sottolinea il professor Bonetto - che la manutenzione debba essere programmata e svolta. Purtroppo ci troviamo di fronte a Sovrintendenze con personale di eccellente qualità, ma numericamente inferiore alle reali necessità. Nonostante gli elevati sforzi, non è sempre possibile eseguire un monitoraggio di tutte le necessità. Ma questo non ci deve far demotivare, non ci deve far arrendere pensando che cadute e crolli siano quasi da accettare passivamente rassegnandosi». Cosa fare quindi? «Dopo i lavori di restauro - continua Bonetto - magari con fondi dello Stato, soprattutto se i beni sono di altri enti territoriali, è necessario programmare la manutenzione con finanziamenti da parte di questi. Agenti come il guano dei volatili, la corrosione da elementi atmosferici, il verde, i letti di malta che si erodono, sono alcune delle cause della fragilità. Investire sul mantenimento - certamente le cifre sono importanti - permette di preservare il bene e di spendere anche meno per il ripristino in caso di danno. Ci sono molti giovani, preparati dall'università, in grado di farlo. Non dobbiamo dimenticare poi che molti di questi centri medievali creano turismo, diventando una risorsa che a sua volta produce reddito e fa economia nei territori.
Laureato nel 1992 nell'Ateneo Patavino, nel luglio 1997 ha discusso la tesi di dottorato in Archeologia all'università La Sapienza di Roma. Dal 1998 è stato ricercatore e professore associato e dal settembre 2014 è professore ordinario. Dal marzo del 2014 è membro del Consiglio direttivo del Cento per lo studio e la conservazione dei beni culturali dell'università di Padova. Dall'ottobre 2015 è direttore del Dipartimento dei Beni Culturali dell'università e membro del Senato Accademico. Dal 2017 è docente e membro del Comitato scientifico della Scuola archeologia italiana di Atene.
Michelangelo Cecchetto
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