L'ESPERTO
PADOVA Dall'inizio dell'emergenza 122 padovani sono riusciti a vincere

Mercoledì 1 Aprile 2020
L'ESPERTO PADOVA Dall'inizio dell'emergenza 122 padovani sono riusciti a vincere
L'ESPERTO
PADOVA Dall'inizio dell'emergenza 122 padovani sono riusciti a vincere la battaglia contro il Coronavirus, un esercito di guariti che apre nuove strade alle cure sperimentali. I loro anticorpi, infatti, potranno facilitare il recupero di altri pazienti e ridurre la gravità della malattia.
Il Consiglio superiore di sanità ha stabilito che si è ufficialmente guariti solo quando si risulta negativi a due tamponi, effettuati in due giorni consecutivi. «Non è ancora stato portato a termine uno studio specifico e completo chiarisce il noto virologo Giorgio Palù -, ma si può affermare che chi risulta negativo a due tamponi non dovrebbe essere più contagioso. È importante la carica virale e due tamponi negativi danno una certa sicurezza. Significa che non ci sono più tracce rilevanti del virus nelle cavità nasali e nella parte superiore della faringe». Dunque, per dimostrare di essere ufficialmente liberi dal Coronavirus sono necessari due passaggi.
Il primo tampone deve essere effettuato 14 giorni dopo il risultato di positività. A 24 ore di distanza il soggetto deve sottoporsi ad un secondo prelievo di muco e saliva. Se entrambi i test danno esito negativo, significa che il paziente si è negativizzato. Questo accade di norma un po' di tempo dopo che sono scomparsi i sintomi e che si è quindi clinicamente guariti.
Dal punto di vista scientifico, vuol dire che l'Rna (acido ribonucleico) del Sars-Cov-2 non è più rilevabile in muco e saliva. Al contrario però compaiono gli anticorpi specifici, ciò che produce l'organismo per sconfiggere il Covid-19. In questa fase entra in campo un secondo test, quello di tipo sierologico, che ha proprio l'obiettivo di identificare gli anticorpi. Il progetto veneto porta la firma del docente padovano Mario Plebani, direttore del dipartimento di Medicina di laboratorio dell'Azienda ospedaliera di Padova e del collega veronese Giuseppe Lippi.
«Lo studio è stato ideato da me e dal direttore generale della sanità Domenico Mantoan aggiunge Palù -. I test sierologici sugli anticorpi permetteranno di determinare la diffusione del Coronavirus e avere informazioni importanti sull'immunità di gregge. Sulla base dei dati raccolti sarà possibile elaborare strategie per far ripartire il sistema economico del Veneto. Prioritaria è la tutela della salute, ma bisogna fare attenzione anche al resto. Altrimenti l'intero sistema rischia di non essere più sostenibile».
È ormai risaputo che soggetti asintomatici, con sintomi lievi o con il virus ancora in fase di incubazione possono essere contagiosi. Ciò gioca un ruolo fondamentale nella diffusione della malattia. «Il tampone fotografa l'incidenza, ovvero quanti casi in un determinato periodo osserva l'esperto -. Mentre lo studio sugli anticorpi analizza la prevalenza del virus nella popolazione. Risulta cruciale per individuare i cosiddetti contagi di rientro o per fare valutazioni sull'immunità di gregge, darà lumi anche sulle categorie a rischio contagio. E ci dirà se ci sono persone positive agli anticorpi che non hanno mai sviluppato sintomi, e che quindi potrebbero tornare al lavoro. Nelle scorse ore il direttore generale Mantoan ha ordinato cento mila kit per partire con le indagini sierologiche». I test saranno analizzati dai laboratori di chimica clinica. «Una volta misurati questi anticorpi conclude Palù la palla passerà ai virologi. In laboratori protetti si dovrà vedere quanti anticorpi sono neutralizzanti, ovvero in grado di bloccare l'infettività virale in vitro. Questo darà una misura del grado di protezione e ci permetterà anche di fare confronti con i pazienti di continenti diversi».
Elisa Fais
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