«L'eroina è sempre più diffusa, qui arrivano anche i diciottenni»

Lunedì 18 Marzo 2019
«L'eroina è sempre più diffusa, qui arrivano anche i diciottenni»
L'INTERVISTA
PADOVA «Le droghe provocano sempre più patologie psichiatriche gravi. Per questo motivo lavoriamo in contatto con i reparti di Psichiatria e Neuropsichiatria infantile». A parlare è un grande esperto come il dottor Antonio Stivanello, medico psicoterapeuta, vicedirettore del Serd di Padova e Piove di Sacco. Stivanello conta un'esperienza trentennale nella cura dei tossicodipendenti e ha assistito, negli ultimi tre decenni, ai mutamenti di assuntori e sostanze.
Dottor Stivanello, che situazione troviamo oggi nella provincia padovana?
«Anzitutto va detto che continua ad esserci un aumento dell'eroina, la cui assunzione si sta diffondendo sempre più anche tra i ragazzini. Molti di loro non se la fanno in vena, ma la assumono sniffando o fumando. Rispetto all'uso della siringa questi metodi di assunzione comportano dosaggi più bassi ed effetti più contenuti, ma attenzione: producono comunque una grave dipendenza. Questi ragazzini se ne accorgono solamente quando provano a stare per un periodo senza eroina. Arrivano in cura da noi quando hanno diciotto o diciannove anni, ma hanno cominciato a fare uso di droghe già prima».
L'uso della cocaina è l'altra grande piaga?
«Purtroppo continua a non diminuire. Parliamo di tutt'altro ambiente, ovviamente: fanno uso di cocaina soprattutto persone ben inserite nella società. Credono che vada tutto bene, fino a quando non iniziano a rovinarsi. C'è chi perde il lavoro, chi rovina la famiglia, chi inizia ad avere pesanti disagi di tipo psichico. Per i dipendenti da eroina c'è il metadone, farmaco sostitutivo da ridurre progressivamente, che aiuta anche a ridurre il rischio di overdose. Per la cocaina, invece, non esiste un farmaco simile».
E le altre sostanze?
«Ci sono sempre tendenze legate a sostanze di sintesi come Mdma ed ecstasy, ancora in giro nonostante ne auspicassimo tutti un netto calo. Ci sono poi alcune fasce di tossicodipendenti a cui noi arriviamo con difficoltà perché si tratta di fasce molto ristrette. Penso per esempio allo shaboo, droga metanfetamina che a Padova viene assunta solo da una determinata etnia, quella filippina. È una sostanza che provoca effetti devastanti a livello psichiatrico».
Oltre ai tossicodipendenti, quali sono gli altri pazienti in cura al vostro Dipartimento?
«Le dipendenze sono molto varie, e tutte da tenere in seria considerazione. Quello degli alcolisti è naturalmente un problema di vecchia data sempre vasto e sempre presente. Penso poi ai ludopatici, affetti da quella che io definisco dipendenza senza sostanza. I giocatori d'azzardo incalliti spesso arrivano ad avere notevoli problemi di tipo sociale e all'interno della propria famiglia. Talvolta cadono nelle mani di strozzini, o comunque si infilano in altre brutte situazioni».
G.Pip.
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