L'ALLARME
PADOVA Sono 500 i giovani tra i 6 e i 16 anni che in un anno, in tutta

Venerdì 20 Settembre 2019
L'ALLARME PADOVA Sono 500 i giovani tra i 6 e i 16 anni che in un anno, in tutta
L'ALLARME
PADOVA Sono 500 i giovani tra i 6 e i 16 anni che in un anno, in tutta la provincia, hanno abbandonato la scuola. Anche se i numeri sono meno allarmanti rispetto ad altre zone d'Italia, nel Padovano sono comunque tanti, troppi, i ragazzi che non concludono neppure la scuola dell'obbligo. Nello specifico nell'anno scolastico 2016-2017 (ultimo dato disponibile) a livello provinciale si sono registrati 406 abbandoni. Il rapporto Oxfam uscito mercoledì, però, parla di un incremento delle dispersione a livello nazionale. Una media che in Italia si attesta su un preoccupante 14.5%. Una percentuale che fa ipotizzare che, nell'anno scolastico che è appena iniziato, nel padovano la dispersione potrebbe riguardare circa mezzo migliaio di ragazzi. A livello regionale ogni anno si registrano circa duemila defezioni.
DISAGIO
Il dato della dispersione scolastica in città, invece, non va oltre l'8%. Nella stragrande parte dei casi, si tratta di bambini e ragazzi che provengono da famiglie che devono fare i conti con un forte disagio sociale. A contribuire a una decisione che, molto spesso, segna in maniera negativa l'esistenza di questi giovani, sono anche le problematiche legate all'adolescenza. Proprio per questo ieri è stato rinnovato per il terzo anno consecutivo il protocollo territoriale Ricomincio da Tre. Protocollo che nasce per volontà del Centro provinciale per l'istruzione degli adulti di Padova e fortemente sostenuto dall'assessorato ai Servizi Sociali. Una strategia per rendere strutturale e di lunga durata il sistema di prevenzione e contrasto dell'abbandono scolastico.
Il progetto nasce dall'esperienza del progetto Fuori Scuola varato dalla Regione Veneto nel biennio 2016/2018 per i 16enni e 17enni in dichiarata dispersione scolastica.
L'OBIETTIVO
La sinergia tra Province, Cpia (Centro Provinciale per l'Istruzione degli Adulti) e Centri di formazione professionale doveva contribuire, come è poi successo, a reinserire i minori in percorsi scolastici o lavorativi. Al termine del biennio, la scelta è stata quella di progettare un nuovo contenitore di più ampio respiro, che coinvolga anche nuovi soggetti: ogni ente partecipante al protocollo contribuisce alle attività.
Ricomincio da tre è rivolto a minori quindici-diciassettenni a forte rischio dispersione o in abbandono; a loro è offerto un percorso personalizzato costruito sul secondo periodo didattico del Cpia per l'assolvimento dell'obbligo scolastico, con la possibilità di svolgere tirocini a scopo orientativo e professionalizzante all'interno di contesti aziendali e stage orientativi nei Centri di Formazione Professionale della rete e in altre Scuole del territorio, colloqui di orientamento, attivazione di servizi mirati a specifiche problematiche, formazione e sostegno alle famiglie.
«Si tratta di un modo innovativo per rispondere ad un'esigenza che purtroppo anche nel nostro territorio è sempre più sentita: quella di contrastare tutto ciò che concorre ad aumentare l'esclusione sociale, come la dispersione scolastica ha spiegato ieri l'assessore ai Servizi sociali Marta Nalin - E' giusto ringraziare chi, ogni giorno, lavora per i nostri ragazzi e le nostre ragazze. Grazie a questo protocollo potremo valorizzare le capacità di ognuno, arricchirle e contaminarle grazie ad un lavoro di rete tra istituzioni e non solo. Questo è il modo migliore per costruire, passo dopo passo, strade che possono essere percorse da tutte e tutti». «Il problema numero uno di questi adolescenti è ritrovare l'autostima» ha aggiunto il professor Francesco Lazzarini, dirigente scolastico del Cpia.
Alberto Rodighiero
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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