L'allarme del sindaco-farmacista: «C'entra qualcuno tornato dall'estero»

Domenica 23 Febbraio 2020
L'allarme del sindaco-farmacista: «C'entra qualcuno tornato dall'estero»
L'AMMINISTRAZIONE
VO' EUGANEO Il contagio da Coronavirus ha trasformato la bella Vo' da meta di gitarelle fuoriporta a piccola Wuhan italiana. Niente ufficio, niente scuola. Niente bar, né pranzo domenicale in agriturismo. Niente messe o feste di Carnevale o partite di calcio. Tutti in casa. O al massimo a passeggiare in piazza. Ma il vero obiettivo del sindaco Giuliano Martini, ora, mentre i cittadini non vedono l'ora di disporsi in fila per eseguire il tampone che individua il virus, è quello di scoprire chi è il paziente zero. Sì, perchè i due malati, Adriano Trevisan, morto giovedì a 77 anni, papà dell'ex sindaco Vanessa, anche lei ora tra i nuovi contagiati, e Renato T., 67 anni, sono vittime di un contagio secondario. Chi è stato il primo malato? È il mistero da sciogliere il prima possibile per evitare che possa far ammalare altre persone. C'è chi punta il dito contro una piccolissima comunità di cinesi, che lavorano in un capannone appena fuori il centro abitato. «Si tratta di persone molto riservate - sottolinea il primo cittadino - ma a seguito di una segnalazione abbiamo ritenuto opportuno portare in ospedale per sottoporle a test anche se non manifestano alcun tipo di sintomo».
LA PREOCCUPAZIONE
Il sindaco, che peraltro è farmacista, cerca di mantenere la calma ma ammette: «Sono eletto da otto mesi, mai avrei pensato di dover affrontare una situazione simile. Mai avrei anche solo lontanamente immaginato che il virus avrebbe potuto attecchire qui». E poi c'è il problema delle mascherine. In farmacia sono finite e Martini ritiene fondamentale che arrivino nuovi approvvigionamenti: «Servono per tutelare se stessi e gli altri».
Continua intanto l'indagine per capire i contatti e gli incontri avuti dai primi due contagiati: «Sicuramente - evidenzia Martini - sono venuti in contatto con qualcuno che è stato all'estero. Non sappiamo se sono stati dei parenti, degli amici o delle persone che magari sono passate casualmente per di qua». A destare sospetti nei sanitari, spiega Martini, è stato l'aggravamento delle condizioni di due residenti nello stesso paese ricoverati per influenza nell'ospedale di Schiavonia. «Sono venuti dei dubbi quando tutti e due gli anziani sono improvvisamente peggiorati, in particolare per quanto riguarda la sintomatologia a livello respiratorio. I medici hanno eseguito il test ed è uscito positivo, quindi è partita la macchina dell'unità di crisi, con Ulss, Regione, Ministero».
LE CONDIZIONI
Adriano Trevisan non ce l'ha fatta, Renato T. invece sta un po' meglio anche se resta grave. La vicina di casa ieri mattina, nella frazione di Cortelà, si aggirava nel cortile per godersi un po' di sole con la sua mascherina azzurro-verdina sul volto: «Son venuti quelli dell'Ulss a controllarci. Pare che noi siamo a posto, ma Renato poveretto che brutta cosa. Ma come è arrivato qua sto virus cinese? Siamo qua in mezzo alla campagna noi». Eppure oltre ad Adriano e a Renato, altri nove loro famigliari sono finiti nel reparto di Malattie infettive dell'azienda ospedaliera di Padova, tra questi anche la figlia del 77enne morto venerdì alle 23 a Schiavonia, l'ex sindaco Vanessa Trevisan. Un'altra tragedia per la famiglia dell'ex primo cittadino dopo la morte, l'anno scorso, del marito Roberto Osiliero. «Non riusciamo a dire nulla, non è il momento, non sapremmo nemmeno cosa dire» spiega al telefono il fratello Vladimiro Trevisan. «Sono fortemente provati, dal lutto e dalla preoccupazione», ha spiegato Martini.
Marina Lucchin
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