L'ADATTAMENTO
PADOVA Personale per la sicurezza, steward, addetti alla misurazione

Domenica 1 Agosto 2021
L'ADATTAMENTO PADOVA Personale per la sicurezza, steward, addetti alla misurazione
L'ADATTAMENTO
PADOVA Personale per la sicurezza, steward, addetti alla misurazione della temperatura. E poi flaconi di gel, mascherine, posti a sede e ingressi a numero ridotto. Rendere sicuri gli eventi e i luoghi di aggregazione ha un forte peso per gli organizzatori, anche e soprattutto economico. Dal Parco della Musica a Le Staffe, dall'Anfiteatro del Venda ai Giardini dell'Arena, gli umori sono ovunque in biblico tra la soddisfazione nel vedere un buon riscontro da parte del pubblico e il dover fare i conti con una macchina organizzativa e normativa che riserva sempre nuove sorprese. Incluso il Green Pass che tra pochi giorni diventerà realtà (e obbligo) ma su cui ancora restano tanti dubbi applicativi.
LE DIFFICOLTÀ
«Abbiamo dovuto di fatto raddoppiare il personale spiega Antonio Colella, riferimento del Parco della Musica e dei Giardini dell'Arena. Questo in entrambi i luoghi, fermo restando che chiamiamo più o meno addetti in base al singolo evento. In media per un concerto serale abbiamo almeno 15 persone che controllano, fanno rispettare il distanziamento, informano il pubblico. Poi c'è una persona fissa all'ingresso solo per misurare la temperatura. Il tutto in aggiunta agli addetti alle altre mansioni tecniche e organizzative. Non è facile. Siamo contenti perché tutte le serate-evento sono andate sold out, ma non nascondo che questa edizione l'abbiamo fatta partire più per dare un messaggio positivo di voglia di ripresa che per il ritorno economico. Un esempio? L'erba la taglio io stesso. Bisogna rimboccarsi le maniche. Volevamo dare alla città un luogo con musica, concerti e serate dopo questi lunghi mesi difficili. Anche il Vintage Festival alla fine si farà in via Venezia: i Giardini dell'Arena sono troppo preziosi e delicati. Dopo la prima settimana di agosto invece avremo solo serate, ma non più concerti di grosse dimensioni».
IL DISPENDIO
A fare i conti con la quotidiana lotta la Covid è anche Giampietro Spigolon de Le Staffe. «Abbiamo aperto in ritardo rispetto agli anni scorsi, siamo andati con i piedi di piombo ed eravamo almeno più preparati rispetto al 2020 spiega. Certo che se prima facevamo 2mila ingressi a sera ora arriviamo a un terzo, abbiamo i tavoli distanziati sia nella parte bar che al ristorante, con un inevitabile taglio dei posti. E poi c'è il personale di controllo, che è aumentato. Abbiamo i moderatori che oltre ad avvisare i clienti smistano eventuali code ai chioschi e invitano a tenere la mascherina. Nelle serate clou del mercoledì, venerdì e sabato li raddoppiamo e il peso in bilancio si fa sentire. Per giunta da noi, non essendo discoteca, non si balla più e diverse volte abbiamo avuto controlli delle forze dell'ordine, ma tutto è andato liscio. Le persone ormai hanno introiettato i buoni comportamenti: quando ci si diverte a volte si abbassa la guardia, per questo è giusto che siamo noi a impegnarci affinché tutto proceda in sicurezza. Ora staremo a vere se e cosa dovremo fare con il Green Pass, sarà l'ennesima riorganizzazione».
LE PERPLESSITÀ
«Abbiamo la fortuna di essere un luogo all'aperto dove da sempre le persone stanno in piccoli gruppi distanziati aggiunge Simone Fogliata dell'Anfiteatro del Venda, sui Colli. Di conseguenza sì, dobbiamo prendere la temperatura, avere gel e mascherine di riserva, ma siamo meno sfortunati di altri. Il Green Pass potrebbe creare all'inizio qualche problema, per esempio qualcuno che non è vaccinato potrebbe decidere di non partecipare a un evento per non dover pagare il tampone. Ma a preoccuparci sono soprattutto i controlli: se una persona senza certificato si rifiuta di andarsene e crea problemi cosa facciamo? Chiamiamo le forze dell'ordine ogni volta? Ci sono ancora parecchie cose che devono essere chiarite».
S.d.s.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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