Isabella: Sorgato e Cacco si rivedono in aula, via al processo d'appello

Giovedì 19 Luglio 2018
IL DELITTO
PADOVA Freddy Sorgato, la sorella Debora e Manuela Cacco erano in aula. Ma è durata meno di mezz'ora la prima udienza davanti ai giudici della Corte d'assise d'appello di Venezia, presieduti da Alessandro Apostoli Cappello, giudice a latere Cinzia Balletti, sostituto procuratore generale, Giancarlo Buonocore.
Inizierà il 19 settembre il processo d'appello per l'omicidio di Isabella Noventa, la segretaria di Albignasego uccisa la notte fra il 15 e il 16 gennaio 2016, il cui corpo non è mai stato trovato. Proseguirà il 25 settembre e dovrebbe concludersi il 9 ottobre. Per i giudici della Corte d'assise d'appello il processo dovrebbe concludersi in tre udienze. Il 22 giugno dello scorso anno, il giudice dell'udienza preliminare di Padova, Tecla Cesaro, con lo sconto del rito abbreviato, ha condannato a 30 anni di reclusione i fratelli Sorgato e a 16 anni e 10 mesi la Cacco.
LA PROVA REGINA
Nelle motivazioni della sentenza il giudice Cesaro afferma che si è trattato di un processo indiziario. Manca la prova regina del delitto, il corpo della vittima mai fatto ritrovare. Mancano le tracce di sangue di Isabella, mai accertate nella villetta dell'ex fidanzato Freddy, a Noventa in via Sabbioni, considerata il palcoscenico del la tragedia.
Eppure, secondo il giudice, è proprio la somma degli indizi, univoci e precisi, raccolti dagli investigatori diretti dal pubblico ministero Giorgio Falcone, insieme al resoconto fornito dalla Cacco, ad aver reso possibile l'accertamento della verità. Una verità processuale che è l'unica verità possibile per svelare il giallo sullaa fine di Isabella Noventa.
Un racconto ritenuto credibile dal giudice per due motivi. Manuela Cacco non è mai caduta in contraddizione nel raccontare più e più volte la sua versione, nemmeno quando ad ascoltarla nell'incidente probatorio c'erano Freddy e sua sorella Debora. Ciò che più conta, però, è che il racconto della tabaccaia, condannata anche per stalking nei confronti di Isabella e simulazione di reato, avendo denunciato di aver perso il cellulare che usava per tormentare la vittima, abbia trovato riscontri nei dati oggettivi in mano agli inquirenti. Gli orari e i tracciati dei Gps delle macchine, i Sorgato a bordo della Golf di Debora e la Cacco al volante della sua Polo. La premeditazione del delitto nella fitta rete di sms che i tre si sono scambiati i giorni precedenti all'omicidio.
I MESSAGGI
Il 9 gennaio 2016, mancano cinque giorni all'assassinio e Manuela scrive a Freddy: «Ti amo, porta pazienza ancora per poco». Poi il giorno prima della sparizione di Isabella, sono le due donne a messaggiarsi tra loro quando ormai è sera. I tabulati telefonici dicono che Manuela risponde a un sms di Debora: «Scusa, ero a casa, non potevo parlare. Abbiamo parlato fino ad ora, è sulle spine». Il riferimento è a Freddy e Debora risponde: «Ti ha detto della pizza?». «A quest'ora domani sarà tutto sistemato», risponde la tabaccaia.
Del tutto inattendibili e incoerenti le versioni dei fratelli. «Mia sorella non c'entra, Isabella è morta in un gioco erotico... Sono stato preso dal panico e l'ho gettata nel Brenta». L'unica ammissione di Freddy. Contraddittori gli alibi di Debora, che prima sostiene di aver trascorso la tragica notte al lavoro, poi a casa («dormivo»), correggendo ancora il tiro: «Avevo parcheggiato l'auto da mio fratello e mi ero dimenticata in macchina il cellulare».
Il 15 gennaio 2016, con sei ore di febbrili telefonate tra Freddy, Debora e Manuela, succede quello che ormai è noto. Freddy e Isabella cenano insieme in pizzeria e poi lei sparisce nel nulla. La cena, quindi, sarà poi il primo passo concreto di quella strategia della tensione pianificata dalle due donne per screditare Isabella agli occhi di Freddy. Un misto di odio e gelosia che poi sarà il vero movente dell'uccisione della segretaria. Tutto come raccontato dalla Cacco, sottolinea il giudice Cesaro nelle motivazioni della sentenza. Mentre le versioni dei due fratelli hanno fatto acqua da tutte le parti. Fin dalla frase: «È morta in un gioco erotico», confessato da Freddy Sorgato dopo l'arresto. Un'ammissione con un'unica verità. Isabella era morta.
Lino Lava
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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