Ingegneri meccanici per il giallo del gancio

Mercoledì 16 Maggio 2018
L'INCHIESTA
PADOVA Sarà un collegio di esperti ad occuparsi della ricostruzione del gravissimo incidente alle Acciaierie Venete in cui sono rimasti feriti quattro operai, due dei quali tuttora in condizioni disperate. La Procura della Repubblica ha deciso di procedere con una super perizia, cui prenderanno parte anche i consulenti di parte. Tecnicamente si tratta di un accertamento irripetibile che decollerà tra un paio di giorni con il conferimento dell'incarico. È il tempo strettamente necessario per individuare due o tre ingegneri meccanici in grado di fornire alla Procura risposte esaustive sull'accaduto. Nel frattempo il procuratore aggiunto Valeria Sanzari dovrà procedere alle iscrizioni sul registro degli indagati. Un atto dovuto, proprio per consentire a tutte le parti in causa la nomina di un proprio consulente di fiducia.
ISCRIZIONI IN ARRIVO
Stando a quanto trapela da fonti giudiziarie, potrebbero finire sotto inchiesta, con l'accusa di lesioni colpose gravissime, i vertici tecnici e amministrativi delle Acciaierie Venete, ed in particolare chi si occupa del rispetto delle normative in materia di sicurezza all'interno dello stabilimento di riviera Francia. Ieri il magistrato titolare dell'inchiesta ha ricevuto gli ispettori dello Spisal dell'Ulss 6 Euganea che si sono occupati della prima sommaria ricostruzione dell'incidente. È stato compiuto un approfondimento sui contenuti del rapporto depositato lunedì pomeriggio al quarto piano del Palazzo di Giustizia. In attesa della super perizia ai tecnici del servizio di prevenzione infortuni sono stati delegati ulteriori accertamenti di natura tecnica. Tutta l'area della fonderia, oltre ad impianti ed attrezzature finiti sotto sequestro, rimarrà chiuso fino a quando gli esperti scelti dalla Procura e i consulenti di parte non avranno concluso le operazioni peritali nel luogo in cui si è consumata la spaventosa colata di acciaio bollente.
LE PROCEDURE
Facile prevedere che il collegio di consulenti concentrerà le proprie attenzioni sull'ormai famoso perno che ha ceduto di schianto spezzandosi e provocando il ribaltamento di una delle siviere, l'enorme contenitore in cui si trovavano novanta tonnellate di acciaio fuso ad una temperatura di circa 1500 gradi. È l'unica certezza di un'inchiesta che deve ancora muovere i primi passi. I tecnici dello Spisal hanno individuato nel clamoroso cedimento del perno la causa dell'incidente. Si partirà quindi da un'analisi tecnica sul gancio risultato difettoso. Dovrà essere ricostruita tutta la sua storia, fin dal giorno in cui è stato consegnato alle Acciaierie Venete e montato in fonderia. Saranno compiuti accertamenti pure sul rispetto delle procedure, ed in particolare delle distanze di sicurezza che dovrebbero consentire agli operai di scongiurare ogni tipo di rischio. Alle Acciaierie Venete i protocolli vengono abitualmente rispettati alla lettera. Ma non è escluso che stavolta qualcosa sia andato storto. E che non siano state adottate tutte le precauzioni contemplate dal Dvr, il documento aziendale di valutazione dei rischi, finito anch'esso nel fascicolo d'indagine.
Luca Ingegneri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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