Inceneritore, il no di Palazzo Moroni

Martedì 7 Dicembre 2021
Inceneritore, il no di Palazzo Moroni
LA DECISIONE
PADOVA Via libera definitivo, con voto contrario del Comune, alla quarta linea dell'inceneritore. Un impianto che, una volta in funzione, brucerà 25mila tonnellate di rifiuti in meno all'anno rispetto alla quantità autorizzata e non potrà trattare i Pfas.
IL NO
Nonostante questo, dopo giorni di confronti serrati, ieri durante la Conferenza dei Servizi decisoria sul progetto di ammodernamento tecnologico dell'inceneritore di San Lazzaro, la giunta Giordani ha deciso di dire no all'intervento. Il motivo? Secondo l'amministrazione manca il Piano regionale dei rifiuti.
IL PROGETTO
Il nuovo progetto si è reso necessario a causa della vetustà delle linee 1 e 2 - che tra l'altro comportano elevati costi di gestione e manutenzione e per adeguare l'impianto ai dettami delle norme europee e nazionali. Al termine di un complesso e articolato percorso istruttorio durato più di un anno che si è avvalso, tra l'altro, dei molti elementi di approfondimento emersi nel corso dell'inchiesta pubblica (in cui sono stati sentiti cittadini, associazioni, Enti locali) e del parere favorevole del Ctr Via, la Conferenza dei Servizi ha approvato il progetto con il voto favorevole dello Stato, della Soprintendenza, dell'Autorità di Bacino, dei Vigili del fuoco, dell'Arpav, della Provincia di Padova e della Regione. A votare contro è stato, invece, il Comune di Padova, che ha comunque confermato il parere tecnico favorevole sugli aspetti edilizi e urbanistici.
L'APPROVAZIONE
La Conferenza dei Servizi ha approvato il progetto a condizione che siano rispettate severe prescrizioni migliorative della situazione attuale e dell'intervento prospettato da Hestambiente, che consentono ulteriori riduzioni degli impatti ambientali. In particolare, l'impianto dovrà ridurre di oltre 25.000 tonnellate le potenzialità di trattamento già autorizzate, diminuire ulteriormente le emissioni anche rispetto alle Bat (migliori tecniche disponibili) di derivazione europea, sia come concentrazioni che come flussi di massa, migliorare le proprie performance energetiche, producendo anche calore per teleriscaldamento a favore dell'ospedale (nonché, prospetticamente, di altri soggetti pubblici e privati dell'area padovana.
L'impianto, poi non potrà bruciare rifiuti liquidi contenenti Pfas (inclusi i percolati di discarica) e neppure altri rifiuti recuperabili, che dovranno essere avviati a recupero di materia secondo i principi dell'economia circolare.
Il termovalorizzatore di San Lazzaro, continuerà poi a configurarsi come impianto strategico regionale e continuerà a ricevere i soli rifiuti urbani o decadenti dal ciclo dei rifiuti urbani, in attuazione e in coerenza con il Piano rifiuti.
IL SINDACO
Nonostante questo, palazzo Moroni ha deciso di dire no al progetto. Un no che ieri è stato rivendicato dal sindaco Sergio Giordani. Il voto negativo in questi mesi è stato caldeggiato soprattutto da Coalizione civica. «Premetto che non sono contrario a prescindere ai termovalorizzatori, una modalità di smaltimento che viene adottata da tutti i paesi europei più avanzati dal punto di vista della tutela ambientale ha detto il primo cittadino - La nostra amministrazione, con una mozione votata in maniera unanime dalla maggioranza, ha condotto in questi mesi una battaglia seria e rigorosa per ottenere nelle sedi preposte le migliori condizioni per la città su vari punti chiave definiti in maniera non equivoca».
«In sede di Via sono stati fatti i passi avanti importanti , che rivendichiamo ha aggiunto - Il primo è la significativa riduzione del potenziale di tonnellate annue, il secondo è il no al conferimento di Pfas e il terzo la prescrizione di attenersi a soglie emissive ancora più basse rispetto alle migliori pratiche europee. Ancora, c'è la prescrizione di prevedere un recupero del calore tramite teleriscaldamento. Sono tutti elementi che, oggettivamente, vanno nella direzione da noi indicata e che contribuiranno a fornire nuove e ulteriori garanzie ai cittadini».
«Tuttavia, il tema per me più critico e che a nostro avviso non consente di dare nessun via libera a scatola chiusa è quello dell'indeterminatezza sul Piano dei rifiuti regionale ha aggiunto - La Giunta regionale lo ha adottato ma manca ancora un lungo percorso per la sua approvazione. In buona sostanza non c'è a oggi nessuna garanzia certa di come la Regione immagini la distribuzione dello smaltimento rifiuti su base territoriale e il rischio che non vogliamo correre, e sul quale ci batteremo, è che ci sia una sproporzione di rifiuti conferiti all'impianto di Padova».
L'ASSESSORE
«Non è possibile per noi pensare di procedere con un impianto che sarà strategico non per Padova, ma per tutto il Veneto , senza sapere con certezza quale uso intende farne la Regione ha concluso l'assessore all'Ambiente Chiara Gallani - così come non è possibile impegnare così fortemente un singolo territorio, il nostro, per i prossimi decenni, anche a fronte dell'impegno concreto della nostra città per l'aumento della raccolta differenziata e per la diminuzione della propria produzione di rifiuti».
Alberto Rodighiero
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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