IL SOPRALLUOGO
PADOVA Alessandro Melato, direttore della Vittadello, capofila

Lunedì 17 Febbraio 2020
IL SOPRALLUOGO PADOVA Alessandro Melato, direttore della Vittadello, capofila
IL SOPRALLUOGO
PADOVA Alessandro Melato, direttore della Vittadello, capofila del raggruppamento di imprese che sta costruendo il centro congressi in fiera l'ha definita una vera e propria visita di cantiere. È quella che l'archistar Kengo Kuma che ha vinto la progettazione del nuovo edificio ha fatto una settimana fa all'opera in costruzione per capire l'evoluzione della struttura. Al mattino ha preso l'aereo da Londra per Milano dove ha studiato il masterplan dell'area Expo nella quale l'Università statale vuole mettere le proprie facoltà scientifiche, affidandosi a lui. Nel pomeriggio è rimasto un'ora e mezzo a Padova, poi si è diretto a Venezia da dove è partito per Helsinki.
LE FINITURE
Nell'ambito della visita padovana oltre a esprimere il suo apprezzamento per l'avanzamento dei lavori («well done» ben fatto) è andato su è giù per l'edificio. Prima di tutto ha ragionato sulle finiture del podio d'ingresso, la scalinata alla fine dal boulevard della fiera, decidendo che sarà rivestito di porfido grezzo. Poi ha deciso come sistemare l'illuminazione esterna affinchè esalti il gioco delle paraste di legno. Successivamente ha dettato alcuni elementi di finitura della hall che sarà tutta in vetro, soffermandosi sul colore dei vetri dei marcapiani che saranno in tonalità di grigio. Infine, tra le altre cose ha scelto il colore dell'impallacciatura dei pannelli in legno che rivestiranno le pareti interne e i soffitti con un gioco di scacchi.
«Un'attenzione maniacale» commenta Melato. «E quello che ci è piaciuto di lui è che ha discusso quello che c'era da fare con il direttore di cantiere ma senza voler imporre la propria opinione». Anzi ha lodato la soluzione usata per la sommità dell'edificio ovvero il cassettonato in legno che sporge dalla copertura e in generale la qualità del legno impiegato.
LA SCHEDA
Quello che sta nascendo in fiera è il più grande centro congressi del Triveneto, capace di 3.500 posti. Sarà dotato di due grandi sale: la Giotto da 1.600 posti, la Mantegna da 1.100, più altre 5 da 150 posti. Finora è costato 22 milioni di euro: 2 in più per costi sopravvenuti dopo l'aggiudicazione più 3 per la bonifica dall'amianto che non era prevista. Ma la rete di imprese con in testa Vittadello per la costruzione e Pedron per le finiture in legno e in ferro sta lavorando nei tempi.
Sono oltre 100mila i metri cubi costruiti su una superficie di 15.500 metri quadrati. Per farci stare un edificio alto 23 metri, lungo 130 e largo 45. Sarà terminato nel prossimo giugno. I congressisti troveranno anche un bistrot a piano terra un ristorantino esclusivo ai piani superiori con una zona catering e due bar. É già partita l'organizzazione dei convegni.
L'AFFRESCO
Ovviamente in un cantiere di queste dimensioni dove lavorano ogni 100 almeno cento addetti, le sorprese non sono mai finite. AAd esmepio l'affresco di Amleto Sartori che ornava tutta la parete di fondo della sala Carraresi è stato garzato per bene e giace sigillato in un capannone. Ebbene la Soprintendenza ha chiesto ai progettisti di realizzare una teca ai piedi del podio per mostrarlo al pubblico. Ma dovrà essere lunga almeno dieci metri per cinque. Con lui dovrebbe tornare al suo posto anche il portale di Strazzabosco attraverso il quale un tempo si accedeva al palazzo delle nazioni e le cui formelle sono state smontate e ripulite.
M.G.
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