Il sindaco Schiesaro: «Avanti con la lotta per la legalità»

Giovedì 20 Maggio 2021
Il sindaco Schiesaro: «Avanti con la lotta per la legalità»
LE REAZIONI
PADOVA (L.Lev) «Massima solidarietà a don Albino Bizzotto per le minacce ricevute ed un grande plauso alla Guardia di Finanza di Padova. La nostra battaglia per la legalità non si ferma». Il sindaco di Cadoneghe Marco Schiesaro commenta così la vicenda che coinvolge il sacerdote padovano che in due anni è stato vittima di ricatti e minacce che gli sono costati 370 mila euro. «Nel dicembre 2019 incontrai, nel mio studio, don Albino e parlammo a lungo della questione dei campi Rom e Sinti a Cadoneghe, pesante eredità del passato alla quale stiamo facendo fronte ponendo rimedio aggiunge Schiesaro -. Nel profondo rispetto reciproco, don Albino ed io, eravamo e siamo su due posizioni diverse: non c'è spazio per l'abusivismo e l'illegalità, le regole valgono per tutti. L'accoglienza e l'aiuto vanno a chi ha bisogno e non ai delinquenti. Tra gli arrestati c'è anche un residente a Cadoneghe nel campo abusivo di via Matteotti, occupato da persone che non intendono allinearsi alle regole del vivere civile e rispettoso. L'amministrazione di Cadoneghe continuerà senza indugio a collaborare, come già sta facendo, con le Forze dell'Ordine per ripristinare la legalità in ogni angolo del nostro Comune».
Tra gli altri arrestati ce ne sono alcuni che sono residenti al campo nomadi di Vigonza: «Solidarietà a don Albino, che è stato io mio insegnante di religione. Chi delinque deve essere punito, senza se e senza ma dice il sindaco Stefano Marangon -. Saremo inflessibili e non esiteremo come amministrazione a prendere provvedimenti decisivi e determinati, a tutela delle persone per bene».
E una petizione con centinaia di firme è stata inviata anche da Roberto Ongaro, primo firmatario, al sindaco di Padova Sergio Giordani. «Ieri mattina sono passato a salutare don Albino. Stava cercando di risolvere il problema di una persona ammalata gravemente e senza dimora. Fuori c'erano una quindicina di donne e uomini, alcune con bambini in braccio che attendevano di ricevere una borsa di cibo per sfamare sé e i propri cari. Sapevano che gli sarebbe stata data. Albino ha avuto tempo anche per parlare con me, che non avevo bisogno di nulla se non della sua presenza, del fatto che persone come lui esistano in questa città, in questo Paese. Poi ho letto i giornali e sentito i notiziari che riportavano cose che molti sapevano da tempo. La carità non chiede troppo e si fida. Mi hanno fatto male le parole con cui è stata definita quella sua fiducia negli uomini, che da alcuni è stata tradita, come se Albino fosse privato di qualcosa che invece continua a dare. Ha chiesto prestiti agli amici. Ha dato tutto quello che aveva. Trattare in quel modo una persona che ha fatto della sua vita un esempio di impegno per la carità, la pace, l'ambiente è indegno. Dovrebbe essere proclamato cittadino illustre di questa città e invece è stato definito un vecchio prete incapace da alcuni rappresentanti della giustizia, o da quelli che l'hanno sempre osteggiato. Spiace non trovare, da parte di alcuni esponenti della curia, la solidarietà per un prete eccezionale».
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