IL RICORDO
VILLAFRANCA PADOVANA Sono state le parole dalla mamma Leonia e della

Giovedì 19 Settembre 2019
IL RICORDO VILLAFRANCA PADOVANA Sono state le parole dalla mamma Leonia e della
IL RICORDO
VILLAFRANCA PADOVANA Sono state le parole dalla mamma Leonia e della sorella Arianna l'ultimo saluto prima dell'uscita del feretro dalla chiesa. La mamma, che per tutta le cerimonia ha avuto accanto Anna, la compagna del suo Carlo, le ha affidate ad una lettera letta da un'amica.
LA FAMIGLIA
«Ciao Carlo sono mamma Leonia, non ti preoccupare non sono qui per rimproverarti, ma ho solo qualcosa da dirti. I pensieri che sto per leggerti li avrei voluti tenere nascosti dentro di me. Non avrei mai voluto doverli scrivere. Volevo ringraziarti per tutte le cose belle che ci hai insegnato e che ci stai ancora insegnando in questi giorni di dolore immenso, di riflessione e incredulità. Grazie per il tuo modo di vivere, per il tuo cuore, senza risparmiarti, senza delegare la felicità a quelli più coraggiosi. Grazie per aver dimostrato che si può osare, che ci si può reinventare e che la vita va presa in mano, caricata in uno zaino pieno di sassi e portata là dove si era sognato, ma soprattutto grazie per il tuo modo di essere stato mio amico: generoso, puro, entusiasta e buono. Il vuoto che stai lasciando non te lo riesco a descrivere, mi si inciampano i pensieri, ma ti posso dire che mi hai insegnato di più tu sull'amicizia in questi cinque giorni che la vita in trent'anni. Grazie Carlo».
IL GRANDE AFFETTO
Toccanti anche le parole che la sorella Arianna ha voluto dedicare al suo gigante buono e bello. E per lei le ha lette padre Alessandro. «Amate le cose semplici della vita come sapeva fare Carlo, lui aveva capito che tutto ciò di cui si ha bisogno sta dentro ad uno zainetto, ma sono anche a chiedervi di continuare a stare accanto a mamma Leonia e ad Anna, come avete fatto in questi giorni, le due donne che di più hanno amato Carlo. Caro fratello ci vorrebbero vedere ancora vogare assieme, in un doppio. Stai tu davanti, io non vedo il tuo volto, ma seguirò il tuo ritmo. Per sempre tua sorella».
GLI AMICI
A ricordare il grande cuore di Carlo e il suo sorriso anche gli amici che hanno letto alcuni passaggi. «Il suo grande cuore, il suo sorriso ci ha insegnato com'è un uomo buono, un uomo sensibile, e cosa vuol dire amare il prossimo. Le sue grandi mani e le sue grandi braccia ci hanno trasmesso quanto importante è sapersi abbracciare nei momenti di gioia e nei momenti di dolore. Il suo voler diventare cuoco esprime cosa vuol dire sapere sognare. Aiutaci a saperlo portare nel nostro quotidiano, in ogni nostra salita in montagna, nel nostro zaino». «Nell'andare in montagna ad un certo punto è diventato evidente che fosse importante il come, lo stile, il modo e non solamente il risultato. E Carletto era così non solamente quando andava in montagna, ma anche nel suo essere ingegnere e in ogni altro aspetto delle sua vita. Più che quale via scalare lo interessava la compagnia, l'allegria, e per lui erano sempre centrali le persone. Grazie Carletto per il tuo esempio e per il tuo vigoroso entusiasmo».
A ricordare Gomiero in questi giorni anche gli ex colleghi di lavoro della Campagnolo come ha scritto Piero: «Noi l'abbiamo conosciuto sul lavoro, ma abbiamo ben presto imparato a conoscerlo nelle sue passioni. Certo, potevamo seguirlo con il pensiero, invidiandolo a volte quando ci raccontava delle sue escursioni, delle sue scalate, di quando ha attraversato una parte della Sardegna a piedi assieme ad un suo amico. Sul lavoro aveva i piedi ben piantati a terra, difficilmente commetteva errori, eseguiva calcoli particolarmente complessi ma allo stesso tempo era in grado di riassumerti il suo lavoro con semplicità e umiltà. Era un piacere lavorare con lui».
Ba.T.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci