Il raduno e lo schianto: perde la vita a 33 anni

Lunedì 20 Luglio 2020
LA DINAMICA
CITTADELLA La moto era la sua passione fin da giovanissimo, acquistata con la fatica del lavoro e per un drammatico destino sulla motocicletta in una tranquilla domenica mattina mentre stava rientrando da un raduno, ha perso la vita Luca Sgarbossa, 34 anni il prossimo 12 novembre. Abitava a Fontaniva ed era un operaio metalmeccanico, ultimo di quattro figli.
Il dramma alle porte di Cittadella, lungo Borgo Padova, sul tratto di strettoia a senso unico in direzione nord, di fronte al civico 114. Pochi minuti dopo le 8 un rumore forte e poi lo stridere del metallo. Pochissime persone in strada a quell'ora nel giorno di festa, ma alcuni residenti sono usciti immediatamente ed hanno chiamato i soccorsi. Di fronte a loro una scena fortissima. Qualcuno ha provato ad avvicinarsi a Luca, che non dava segni di vita. Era prono, al centro carreggiata con una gran quantità di sangue che usciva dal capo. Il casco semi integrale era allacciato.
I SOCCORSI
Dal vicino pronto soccorso è giunta rapidamente una unità mobile di rianimazione. Medico, infermiere ed autista-soccorritore. Hanno provato a praticare le manovre rianimatorie, pur rendendosi conto subito dell'estrema gravità della situazione e delle minime speranze. Sono professionisti e fanno il massimo. Troppo importante il trauma cranico-facciale riportando nello schianto. Hanno dovuto loro malgrado arrendersi e constatare il decesso sul posto. Poi hanno coperto mestamente con un lenzuolo il corpo di Luca. A poca distanza la sua Harley-Davidson Sportster 883 semidistrutta, fermata da uno dei paracarri installati per far rallentare i veicoli. Non ci fosse stato avrebbe strisciato per molti metri ancora. Ci fosse stato poi un pedone, facile immaginare che cosa sarebbe successo. La strada è stata bloccata subito al traffico e rilievi di legge affidati ai carabinieri della stazione di Cittadella.
INCREDULI
Dolore ed incredulità mentre la città murata cominciava via via a svegliarsi con pedoni e ciclisti che passando sulla pista ciclabile non volevano credere a quanto purtroppo era successo. Mai prima d'ora un incidente di tale gravità, ancor più da quando la strada non è più a doppio senso di marcia. Che cosa è successo? Lo stanno definendo gli uomini dell'Arma, ma la tesi più accreditata è quella di un malore o di un colpo di sonno. Le verifiche hanno evidenziato che non c'è stata collisione con altri mezzi, oggetti e con i paracarri-dissuasori di velocità. Non ci sono segni di frenata. La moto si è spostata sulla sinistra dove c'è uno stretto marciapiede e poi varie abitazioni e negozi. La pedivella ha urtato il marciapiede all'altezza del civico 118, la motocicletta è strisciata per circa sette metri e Luca Sgarbossa ha colpito con il volto lo spigolo dell'ingresso dell'abitazione al 114, cadendo poi pancia a terra al centro della strada. La corsa in scivolata della pesante moto è stata fermata da un altro dei pesanti paracarri che è stato ribaltato. Il rumore ha attirato subito alcuni abitanti.
I TESTIMONI
«Abbiamo le camere nella parte posteriore - le parole di Silvana Gobbo che abita proprio al 114 - non abbiamo sentito nulla. Alle 8,30 ho aperto la finestra, ho visto il signore a terra, è stato veramente terribile». Una ventina di metri prima, al 128, abitano i coniugi Carlo Menegazzo ed Eugenia Bortolazzo. Ricorda la signora: «Erano le 8,15 abbiamo sentito il colpo, forte, siamo usciti ed abbiamo visto il corpo. Nel frattempo sono giunti anche altri abitanti. Qualcuno ha provato ad avvicinarsi e chiamarlo, era immobile e c'era tanto sangue». Sulla pericolosità della strada i coniugi spiegano: «Anni fa quando era a doppio senso, era pericolosissima. Poi il senso unico con i lavori della pista ciclabile l'hanno resa più sicura. Ma molti ancora corrono. Il Comune ha installato i paracarri e ciò ha fatto da deterrente anche se purtroppo c'è ancora chi corre troppo. Mai prima d'ora nulla del genere».
Michelangelo Cecchetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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