Il presidente Casellati: «Servono più magistrati»

Domenica 17 Febbraio 2019
L'INTERVENTO
PADOVA Contro gli errori giudiziari e i tempi lunghi nei processi servono maggiori investimenti e nuove leggi. Lo ha detto la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario delle Camere penali di Padova alla sala dei Giganti a Palazzo Liviano. Il convegno si è incentrato sul tema del processo ingiusto. «Gli errori giudiziari sono un tema di stringente attualità per il nostro Paese ha detto la presidente Casellati - non bisogna mai dimenticare che dietro a ogni singolo caso vi è un dramma umano: donne e uomini illegittimamente privati della proprie libertà e la cui vita affettiva, sociale e lavorativa è stata fortemente pregiudicata». In Italia si verificano circa mille casi di ingiusta detenzione all'anno e il sistema giudiziario italiano risulta tra gli ultimi in Europa in termini di efficienza. «Il mancato rispetto del precetto costituzionale della ragionevole durata del processo nuoce non solo all'imputato ha aggiunto - ma anche alle parti offese: vittime del reato tanto quanto di un sistema incapace di dare una risposta rapida alla loro legittima domanda di giustizia. Per uscire da questa situazione servono sicuramente interventi normativi, ma serve soprattutto investire nella giustizia. Rafforzare gli organici dei magistrati e del personale amministrativo, specie nei territori più sguarniti e in sofferenza. Approntare e attuare un progetto di potenziamento delle strutture giudiziarie e, più in generale, lavorare sull'efficienza nella gestione dei processi». Secondo l'ultimo monitoraggio sullo stato delle pendenze penali circa il 20% dei provvedimenti incardinati nei Tribunali e oltre il 40% di quelli nelle corti d'Appello sarebbe a rischio di Legge Pinto (legge sui risarcimenti per processo troppo lunghi). «Il sistema giudiziario italiano ha prodotto costi enormi nei bilanci dello Stato ha detto la presidente Casellati - una vera e propria emorragia di preziose risorse finanziarie che potevano essere impiegate per sanarne le lacune. Per risolvere il problema occorre uno sforzo comune che richiami alle proprie responsabilità tutti soggetti coinvolti». Secondo David Ermini, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, la soluzione sta nella depenalizzazione. «La depenalizzazione potrebbe sgravare procure e tribunali di un'infinità di microprocessi ha sottolineato Ermini - dando così modo di concentrarsi sui reati contro la persona e il patrimonio, sui reati economici e su altri reati gravi».
Elisa Fais
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