Il prefetto: «Scioperi? Se serve precettiamo»

Domenica 19 Gennaio 2020
IL CASO
PADOVA Far passare sei mesi, congelando ogni piano nella speranza di trovare un accordo, non è bastato. Resta lo scontro aperto tra Comune e sindacati sui nuovi turni dei vigili urbani. Molti agenti non vogliono tornare a lavorare sei giorni su sette e minacciano un doppio sciopero, ma ora è il prefetto a intervenire ricordando il loro compito: «Garantiscono un servizio essenziale, come gli infermieri e molti altri mestieri. Se sarà necessario, l'ordinamento prevede anche che siano precettati». Tradotto: anche se decideranno di incrociare le braccia, i vigili urbani potranno essere chiamati in servizio e dovranno obbedire come previsto dalla legge.
Ovviamente nessuno vuole arrivare a tanto e infatti le trattative, dopo la brusca rottura di venerdì mattina, riprenderanno nei prossimi giorni. «L'ordinamento prevede anche la precettazione, certo, ma prima di arrivare a questo passaggio ce ne passa - spiega il prefetto Renato Franceschelli -. Prima di uno sciopero ci si siede sempre ad un tavolo di mediazione. Siamo nell'ambito di una normale relazione sindacale, mi auguro che prevalga il buon senso».
LA MEDIAZIONE
La protesta dei vigili guarda a due giornate calde e importanti. Anzitutto quella di giovedì, quando è in programma la cerimonia di San Sebastiano, Protettore della Polizia locale: è previsto un corteo in pompa magna dalla Basilica di Santa Giustina al Pio X in via Bomporti, ma molti vigili hanno minacciato di disertare il tradizionale appuntamento. La seconda data, ancor più importante, è quello di venerdì 7 febbraio: quel giorno è in programma la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per rendere omaggio a Padova Capitale Europea del Volontariato. E anche per questa data diversi agenti hanno sfidato l'amministrazione: «Siamo pronti ad astenerci dal lavoro». Una prospettiva che a Palazzo Moroni nessuno vuole considerare. Il prefetto per ora non è stato interessato direttamente ma in settimana anche Renato Franceschelli potrebbe essere chiamato a recitare un importante ruolo da mediatore. Il sindaco ci ha già provato, assieme all'assessore al Personale Francesca Benciolini, ma le ultime riunioni non sono bastate. Le parti restano ancora molto distanti.
L'ORGANIZZAZIONE
Storicamente i vigili di Padova hanno sempre lavorato sei giorni su sette, 5 ore e 50 al giorno, con una domenica lavorativa al mese e con i giorni di riposo concordati col capo-ufficio in base alle necessità di servizio. Nel 2016, però, l'ex sindaco Bitonci e l'allora comandante Paolocci stravolsero tutto: cinque giorni lavorativi per sette ore al giorno, con due weekend a casa su quattro. Una proposta prima contestata da diversi agenti, poi metabolizzata e addirittura apprezzata. Adesso molti non vorrebbero più tornare indietro.
LA PROPOSTA
Il comandante Lorenzo Fontolan, nominato dal sindaco Giordani, propone di tornare a lavorare sei giorni settimanali rimarcando le esigenze della città: mentre dal lunedì al venerdì sono in strada 150 agenti, l'attuale organizzazione prevede che al sabato ce ne siano 70 e alla domenica 50. Il problema, per il comandante, è soprattutto legato al sabato. «In un giorno così importante riusciamo a coprire bene la zona del centro - ha spiegato più volte Fontolan -, ma con questi numeri non possiamo mai essere presenti nei quartieri, nei parchi, al mercato di Ponte di Brenta, alla galleria San Carlo». Da qui la decisione di cambiare l'organizzazione.
La nuova proposta prevede sei giorni lavorativi per sei ore al giorno. Quei 10 minuti in più, rispetto alle vecchie 5 ore e 50 minuti, andrebbero a costituire una banca-ore che porterebbe poi ogni agente a godere di almeno sette giorni di riposo in più all'anno. La proposta di Giordani e Fontolan prevede sempre una domenica lavorativa al mese a cui seguirebbe un sabato di riposo in uno dei due weekend successivi, in modo che tutti possano avere nel corso dell'anno almeno 12 fine settimana a casa.
«Della questione abbiamo discusso più di un anno - ha spiegato l'altro ieri Giordani - e non siamo riusciti a trovare una sintesi. Ora, quindi, si deve prendere una decisione. Una città turistica come la nostra ha bisogno di sicurezza e deve curare il decoro nel fine settimana in centro come nei quartieri».
LE REPLICHE
Le rappresentanze sindacali dei vigili, però, sono sul piede di guerra. «Passando da 7 a ore a 6 ore non avremo più diritto al buono pasto. Non è un dettaglio da poco» dice Francesco Scarpelli a nome della Rsu. «Probabilmente qualcuno pensa che gli operatori di polizia locale siano dei soldatini da disporre come meglio si crede - insiste - ma dietro ogni operatore ci sta un essere umano ed una famiglia. Dopo quattro anni si torna indietro, andando nuovamente a modificare l'assetto familiare, soprattutto per chi ha bimbi piccoli nel pieno dell'anno scolastico in corso. Se si voleva solamente aumentare il numero degli operatori al sabato si poteva fare già da mesi. In questo modo non si aumenta la sicurezza». Tra le parti sembra tornato il gelo, come sei mesi fa. Ma i tentativi di mediazione ripartiranno già da domani.
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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