Il patrimonio Unesco

Domenica 25 Luglio 2021
LA RIFLESSIONE
PADOVA La sua è stata una presa d'atto, l'epilogo che attendeva dal 2009. E quindi quando il colpo di martello ha suggellato l'iscrizione dei siti pittorici trecenteschi di Padova nella World Heritage List, nonostante l'ovazione da stadio in Salone, non ha esternato più di tanta emozione. Perché per lui il riconoscimento Unesco, su cui peraltro non ha mai avuto dubbi, non è un punto di arrivo, ma di partenza. Il lavoro continua, quindi, a cominciare dalla campagna di marketing da due milioni di euro, per proseguire con la tutela e la valorizzazione dei siti, come raccomandato da Icomos.
Andrea Colasio, assessore alla Cultura, è stato uno dei protagonisti del lungo iter culminato con la proclamazione. Ed essendo un sostenitore del ruolo trainante dell'economia per la cultura, in testa ha già chiari i numeri. «Un grande successo - ha osservato - che significherà per la città avere ogni anno almeno 300 mila turisti in più, a partire dal 2022, con un incremento del 20% rispetto al milione 650 mila registrato nel 2019. Agli ospiti per vedere bene il percorso Unesco servirà almeno un giorno e di conseguenza dovranno pernottare qui. Sulla spinta dell'Urbs, quindi, si apre una nuova straordinaria stagione. Siamo detentori di un patrimonio unico e irripetibile, che dovremo salvaguardare. Oggi Padova entra a pieno titolo nel nucleo ristretto delle grandi città d'arte europee e dev'essere motivo di orgoglio per tutti».
DETTAGLI
Contestualmente alla proclamazione Colasio ha mandato un messaggio a uno degli amici più cari che lo hanno aiutato nel supportare la proposta patavina, cioè il ministro Dario Franceschini. «Anche lui ha avuto un ruolo significativo perché nel 2017 aveva dato il via libera alla candidatura unica di Padova, intuendone la straordinarietà. Gli affreschi di un secolo costituiscono un patrimonio eccezionale che vede, a partire dalla Cappella giottesca, un intrecciarsi di opere d'arte, ma anche relazioni tra artisti e committenti, tra potere politico e religioso, che assume maggiore valore se considerato nel suo insieme. A Padova nel Trecento con i Carraresi nacque il concetto di politica culturale: con il riconoscimento chiudiamo un cerchio».
Dal palco del Salone, poi, ha citato alcuni dei protagonisti, del passato e del presente, del pantheon dell'Urbs. «Penso al nobile Soranzo, che verso la fine del Settecento, impedì la distruzione dell'Oratorio di San Michele, a Floriano Caldani che si battè perchè le tombe carraresi realizzate da Andriolo de' Santi e da Guariento non venissero distrutte, a Pietro Selvatico, Levi Civita e Antonio Tolomei a cui si deve il salvataggio nell'Ottocento della Cappella Scrovegni, o ancora di Ernest Forster, che ripulì l'Oratorio di San Giorgio dalla polvere delle candele che avevano oscurato il capolavoro di Altichiero. E negli anni recenti - ha aggiunto l'assessore - va ricordato l'impegno di Davide Banzato, Flavio Rodeghiero, Giuliano Pisani, Giorgio Andrian, Nicoletta Ghedini e di tante associazioni tra cui la Vecia Padova. Insieme abbiamo ricucito un pezzo di storia della città, dando prestigio a un sito plurale e seriale».
E se dovesse consigliare a un visitatore dove fare tappa non ha esitazioni. «Ci sono tre luoghi imperdibili che sono la Cappella degli Scrovegni, il Battistero del Duomo e l'Oratorio di San Giorgio, meraviglie del Trecento mondiale, non solo padovano».
LA CONCLUSIONE
Alla valorizzazione complessiva di quei 92 anni d'oro di sette secoli fa, secondo Colasio manca però ancora un tassello. «Bisogna terminare il recupero del Castello Carrarese che è stato il vero motore per il riconoscimento Unesco. Solo quando chiuderemo i cantieri l'operazione Urbs sarà completata fino in fondo. E Padova riconquisterà il suo Trecento alla faccia dei veneziani».
Nicoletta Cozza
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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