Il palacongressi pronto per l'anno dei volontari

Venerdì 6 Dicembre 2019
LA VISITA
PADOVA Forse ha ragione davvero Giordani: «Per me il centro congressi è uno dei simboli di una grande città che si dà una mossa, che sta crescendo e vuole sempre più diventare la capitale del nordest. Dobbiamo pensare in grande». La riflessione viene spontanea accarezzando una delle paraste in legno di larice alte venti metri che sono diventate il tratto stilistico del nuovo centro congressi in fiera. Infulcrato talmente nella storia e nel presente di una capitale della sapienza che il raduno principe, nell'estate del 2022, sarà dedicato al congresso mondiale sull'Intelligenza artificiale con la partecipazione di 3.500 scienziati collegati in video all'interno delle sale.
IL CONTESTO
Niente accade per caso. Per quella data potrebbe essere già terminata la nuova Scuola di Ingegneria per 4mila studenti che l'Università ha progettato al posto del padiglione 2. Mentre sarà già attivo il Competence center in testa al padiglione 7, quell'incubatore di progetti che vede le università del nordest impegnate a conversare con le aziende e di cui Padova è capofila. Questo per dire che sta nascendo una macchina per il futuro. Che sembra fatta apposta per produrre spazi, dunque conoscenza e prestigio all'Università. I soldi spesi da Comune, Camera di Commercio e Provincia torneranno, affidati al moltiplicatore del Bo, che userà il centro congressi per colmare la sua fame atavica di spazi.
IL RUOLO DEL BO
Ieri il prorettore Fabrizio Dughiero prorettore al trasferimento tecnologico ed ai rapporti con le imprese ha detto una frase esemplificativa: «Al massimo oggi disponiamo di 400 posti nella sala dei Giganti e 300 in aula magna». Inaudito per un'Università come la nostra. É per questo che molti direttori di dipartimento si sono già informati per avere sale a disposizione nel 2021 quando il centro congressi sarà pienamente operativo. Non solo: gran parte delle decine di eventi che sono già stati prenotati per il 2021 sarà a cura dell'ateneo. Mentre il 2022 vedrà tre grandi assise internazionali e una è già stata prenotata per il 2023.
LE PRENOTAZIONI
«Non è facile entrare nel network delle grandi gare internazionali dice Stefania De Toni responsabile congressi ed eventi con accanto il direttore di Padovafiere Luca Veronesi. «Ma ci stanno chiamando, significa che abbiamo già conquistato una reputazione». Non solo convegni. Diego Giacon architetto del Comune direttore dei lavori: «Si potranno anche tenere dei concerti con musica amplificata». Calma, non è allestito da auditorium e non ha un palco grande abbastanza. Ma per qualche artista di nicchia andrà benissimo.
Sarà pronto in giugno. Seguiranno i collaudi, tre mesi di formazione del personale e in ottobre sarà pronto per ospitare la chiusura dell'anno di Padova capitale europea del volontariato. Giordani: «Ci stiamo lavorando». L'idea è che la gradinata che salirà fino all'ingresso resti sempre aperta anche ai padovani, e possa diventare una sorta di portale per l'ingresso in città di chi arriva in auto. «La Fiera terrà aperto tutto l'anno, vuol dire garantire la vivibilità di un quartiere. Se sistemiamo le aree del Pp1 e quella dell'ex Ifip davanti alla Chiesa della pace l'area cambierà radicalmente».
MARCATO
Poi c'è l'altro lato quello delle manifestazioni. Non è stato un caso ieri la presenza dell'assessore regionale alle attività produttive, Roberto Marcato: «Le altre fiere sono molto aggressive. Dunque è arrivato il momento di usare i guantoni. Dobbiamo diventare riferimento per alcune fiere anche internazionali alla nostra portata. Abbiamo delle peculiarità da sfruttare».
Mauro Giacon
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