IL MOVENTE
PADOVA Come nelle tragedie, prima di arrivare al vero dramma, ci sono

Sabato 25 Gennaio 2020
IL MOVENTE
PADOVA Come nelle tragedie, prima di arrivare al vero dramma, ci sono dei momenti felici per i protagonisti. È così è stato anche nel caso di Samira e Mohamed: tra alti e bassi, la vita loro è stata felice in passato. Ma il giorno che tutto cambia, il giorno che segnerà come una boa il punto di non ritorno nella relazione tra i due coniugi marocchini, genitori di una bimba di quattro anni, è il 9 settembre. È quello il giorno in cui, secondo una cara amica di Samira Al Attar, la donna matura l'intenzione di lasciare il marito dopo aver scoperto che l'uomo le rubava la tessera bancomat del conto in cui veniva depositata la pensione d'invalidità della loro bambina, per procurarsi il denaro con cui appagare i suoi vizi: il gioco e l'alcol.
Nel pomeriggio del 9 settembre, 42 giorni prima di scomparire nel nulla, Samira affronta Mohamed e gli dice di sapere dei prelievi che faceva di nascosto. Lui, «troppo marocchino, retrogrado» che mal sopporta l'indipendenza della moglie, come lo definisce Samira parlando con l'amica, scatena tutta la sua rabbia contro la donna. Cosa succede esattamente quel pomeriggio, non si sa. Samira non entra nei dettagli. Ma l'amica, dopo aver ricevuto le confidenze della marocchina, agitatissima, teme per lei.
Così alla sera per sincerarsi delle sue condizioni le scrive: «Tutto bene Samira?». E lei: «Sì, sono a letto adesso. Ho male testa tanto male, grazie, notte». E l'amica, anche alla luce delle parole pronunciate dalla figlia di Samira alle maestre, ora capisce che quel male testa forse non era una banale emicrania dovuta al litigio. Forse era qualcosa di fisico dovuto magari a delle percosse.
Testa è la parola chiave del mistero di Stanghella. Male testa. Lo dice Samira dopo la violenta litigata con il marito, 42 giorni prima di scomparire. E lo dice sua figlia alle maestre sette giorni dopo la sparizione della madre: «Papà ha litigato con la mamma, botte in testa, cappello nell'acqua, sai dove ci sono i pesci, un buco nero?».
Ma anche nonna Malika ha sentito discorsi strani dalla sua nipotina. Era appena arrivata a Stanghella dal Marocco e tutti stavano mangiando nel salotto dell'abitazione di via Statale, quando ha sentito la piccola, in braccio al papà, chiedergli: «Perchè hai fatto male alla mamma? Le hai dato una botta in testa ed è caduta».
Sono le parole di una bambina, che magari potrebbe non aver capito bene la situazione, ma quel che ricorre come un refrain è sempre lo stesso concetto: male testa, botte testa.
Per gli inquirenti, quella pronunciata dalla piccola alle maestre, non è una frase da sottovalutare solo perché detta da una bimba di quattro anni. La figlia di Samira infatti potrebbe sì aver rielaborato immagini e parole sentite in giro, ma ha ripetuto più e più volte il concetto del papà che picchiava la mamma, e che «ha fatto casino». Il che ha fatto pensare al giudice per le indagini preliminari che la bambina abbia «perlomeno realmente assistito a una situazione di violenza all'interno delle mura di casa del padre nei confronti della madre».
M.Lucc.
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