«Il Green Pass non diventi un costo per le imprese»

Mercoledì 28 Luglio 2021
«Il Green Pass non diventi un costo per le imprese»
IL RICHIAMO
PADOVA Green Pass sì, purché non vada a gravare sul lavoro (e sulle tasche) delle attività economiche. Sono concordi nel sostenerlo sia Confesercenti che il senatore Antonio De Poli (Udc).
«Essere contrari al Green Pass per principio è privo di senso, il nodo della questione sta nella gestione e, quindi, nei costi spiega il presidente di Confesercenti del Veneto Centrale, Nicola Rossi. Dobbiamo essere oggettivi perché per tanti imprenditori il timore, lecito, è quello di perdere clienti. Andiamo quindi a vedere i numeri. Il 60% dei residenti in Veneto ha già ricevuto almeno la prima dose di vaccino, quindi ha diritto al Green Pass. Per quanto riguarda Padova, se escludiamo i ragazzi con meno di 20 anni, ha ricevuto la prima dose il 75% della popolazione. Inoltre è notizia di questi giorni che l'obbligo del certificato verde ha dato un ulteriore impulso alle vaccinazioni e i No Vax secondo le stime di Sps Trend (Università di Milano) a giugno 2021 erano il 5% della popolazione, una percentuale quasi dimezzata rispetto a sei mesi prima». Dunque per Rossi le perplessità del mondo del lavoro vanno risolte soprattutto per quanto riguarda il lato economico.
«Non facciamo la guerra al Green Pass prosegue, è un mezzo utile per la salute pubblica e per permettere di lavorare in sicurezza dopo mesi di sacrifici. Parliamo delle cose reali, ovvero i costi. Ogni innovazione che viene proposta alle imprese, di fatto si traduce in un aumento delle spese. Vale per il cashback, la cassa elettronica, la sicurezza. Ora, è evidente che se un barista fa il caffè o sta alla cassa non può contemporaneamente controllare i clienti uno a uno. E lo stesso vale per un ristoratore, ma anche per le fiere: un controllo di questo tipo, per essere fatto bene, porta via un paio di minuti a persona, che si traduce in maggiore attesa per il cliente, con la possibilità di perderlo, e in maggiori spese per l'esercente. Dobbiamo quindi assumere personale? Va bene, ma lo Stato deve venirci in contro e darci i mezzi per farlo».
Dello stesso parere è il senatore De Poli: «Il Green pass deve essere uno strumento per frenare i contagi, non per rallentare la ripartenza delle attività economiche e delle imprese. Se, da una parte, è indispensabile evitare altri lockdown e chiusure, dall'altra dobbiamo evitare che a pagare siano gli imprenditori di settori come commercio, ristorazione, turismo e termali, ad esempio, che con la pandemia hanno già pagato un prezzo molto alto. Il certificato verde non deve trasformarsi in un ostacolo burocratico: come giustamente sottolinea il presidente di Appe-Fipe Padova, Erminio Alajmo, la verifica dei requisiti previsti per accedere ai locali, oggi a carico degli esercenti, rischia di diventare un aggravio burocratico.
La mia proposta è prevedere dei controlli a campione da parte delle forze dell'ordine, in modo da venire incontro alle istanze che arrivano dalle categorie economiche. Domani, alla riapertura dell'Aula, presenterò un'interrogazione parlamentare indirizzata al presidente del Consiglio, Mario Draghi, con cui chiederò al Governo di valutare la possibilità di introdurre alcune correzioni al decreto legge in questione, in modo da far sì che il Green Pass, pur restando uno strumento valido per contrastare la diffusione del virus, non diventi un nemico delle attività e delle imprese».
S.d.s.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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