IL FUTURO
PADOVA La città è piena di edifici che potrebbero richiamare

Giovedì 10 Ottobre 2019
IL FUTURO PADOVA La città è piena di edifici che potrebbero richiamare
IL FUTURO
PADOVA La città è piena di edifici che potrebbero richiamare un'altra via Anelli. Cosa fare per evitarlo? «Molto semplice, basta non costruire quartieri ghetto» risponde Luisa Calimani, architetto, urbanistica e consulente della Commissione urbanistica del Comune. «Significa mettere case di edilizia popolare in quartieri dove abitano i ricchi. Vede, le zone urbane sono divise per classi di reddito. Se una persona influente che abita in centro storico protesta perché ha gli spacciatori sotto casa vedrà che l'amministrazione risponde e questo farà bene anche alle altre classi sociali mescolate. Dunque mixare edilizia sociale dove ci sono classi di lusso farà bene a tutti evitando quartieri dormitorio e altri chiusi come fortini. D'altro canto se c'è più gente in giro anche nei quartieri lussuosi ci sarà maggiore controllo. L'integrazione deve partire dal progetto urbano che deve offrire soprattutto spazi belli, piante, prati curati e servizi pubblici. Questo indurrà le persone ad avere comportamenti virtuosi. Lo dice la prossemica».
«Per questo è fondamentale che i professionisti che saranno chiamati a redarre il nuovo Piano degli interventi siano di alto livello e giudicati da una Commissione di esperti di primo piano. Il piano regolatore è un atto politico tecnicamente assistito. É il più importante atto che un amministrazione compie nel suo mandato. Resterà ai posteri come segno della sua visione di città».
PRG E POLITICA
«Non possiamo demandarne la responsabilità ai tecnici, la politica dev'essere supervisore, anche perché ci sono linee guida dell'Autorità nazionale anticorruzione da rispettare. Dunque vanno verificate le regole di competenza e trasparenza per la scelta dei membri della Commissione che, come dice l'Anac devono essere di comprovata esperienza e professionalità. E il Codice degli appalti aggiunge che le regole di competenza e trasparenza devono essere preventivamente individuate dalla stazione appaltante, cioè il Comune».
GLI ARCHITETTI
Un aspetto contraddittorio del bando che ricerca professionisti di alto profilo per la redazione del Piano degli interventi è stato messo in luce da Giovanna Osti presidente degli Architetti. «Ho mandato una lettera al Comune perché non era prevista la figura dell'architetto tra le categorie professionali titolate a partecipare, indicando invece quella dei pianificatori territoriali». Il Comune ha risposto riconoscendo il diritto ed allungando i termini per la presentazione delle domande al 23 ottobre. Ed ha precisato un altro dettaglio messo in luce dall'Ordine: la presenza di un giovane professionista all'interno di un raggruppamento non è obbligatoria, quindi può presentarsi autonomamente.
«Siamo ad un passaggio storico - continua Calimani - un Piano degli Interventi come dimostra quello Piccinato del 57 allunga i suoi effetti per decenni e noi nell'ultimo triennio abbiamo consumato quasi 28 ettari di suolo, il doppio degli anni precedenti. Se vogliamo davvero prepararci a una città sostenibile è giusto guardare ai dettagli. Ad esempio: il bando prevede che la commissione giudicatrice lavori indicativamente 30 giorni con sette sedute. E se arrivano molte proposte? Come si fa a contingentare i lavori a sole sette sedute? Sembra tutto molto aleatorio ma quando arriva un condominio a ridosso di casa o una ruspa abbatte un monumento o distrugge un'area verde si capisce subito che cos'è un prg. Ma adesso non ne sanno nulla. Bisogna pubblicizzarlo».
M.G.
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