IL COMUNE
PADOVA «Come l'hanno scoperto? Uno degli ospiti è stato male

Venerdì 25 Settembre 2020
IL COMUNE
PADOVA «Come l'hanno scoperto? Uno degli ospiti è stato male e all'ospedale gli hanno fatto il tampone. Poi hanno visitato il suo compagno di stanza, positivo anche lui. Da lì è scattata l'emergenza che è stata risolta in due ore grazie alla collaborazione straordinaria di tutti».
Il sindaco Sergio Giordani ieri ha fatto il punto sulla situazione dell'Asilo notturno, spiegando, insieme all'assessore ai Servizi Sociali, Marta Nalin, come si siano mosse le istituzioni, Comune, Provincia, Prefettura, Ulss, forze dell'ordine, insieme alla Protezione civile e alla cooperativa che gestisce la struttura.
«Mi ha chiamato per primo il direttore del Distretto Padova Bacchiglione dell'Ulss, Fabio Verlato. Alle 18 ci siamo riuniti in emergenza. Il prefetto ha convocato tutti: il Questore, le forze dell'ordine, il dottor Scibetta dell'Ulss, il presidente della Provincia Bui, la Cooperativa. Abbiamo lavorato in unione d'intenti pensando alla comunità».
LA DECISIONE
«Così abbiamo deciso di lasciare i positivi dentro l'asilo notturno, perché sono persone delicate e fragili, per cui vanno tutelate con il massimo della cura. E abbiamo trasferito i negativi in un primo tempo alla ex Gabelli. Ora però la stiamo svuotando. Devo ringraziare anche la Curia perché devono rimanere in quarantena e stiamo trasferendo le persone in altri siti».
I TRASFERIMENTI
Ieri sera il vicesindaco Micalizzi si è occupato del trasferimento logistico, e la Croce rossa delle persone. Non è stata una operazione facile perché hanno le loro abitudini ma tutto si è svolto in tranquillità. Mi auguro solo che non ci siano polemiche. L'assessore Nalin è rimasto fino a mezzanotte per organizzare. La Protezione civile regionale con l'assessore Fabio Berlato si è accollata tutti i costi».
Nalin: «Abbiamo attivato l'unità di strada con una task force e un operatrice dell'asilo notturno e sono stati organizzati i pasti. L'asilo notturno è stato potenziato di personale anche nostro perché la sorveglianza deve rimanere di giorno e di notte».
I TRACCIAMENTI
Sono persone che durante il giorno uscivano e poi ritornavano in città. «Sono state allertate le cucine popolari tramite la diocesi. E stiamo tracciando tutti i loro spostamenti. Ma bisogna convivere con il virus non c'è alternativa» continua il sindaco. «Questo non vuol dire rischiare. Appena troviamo una situazione come questa, fabbrica o negozio, il luogo va chiuso, monitorato e tracciato».
Il problema però è quanto durerà la tranquillità al Torresino. «L'Ulss sta gestendo la situazione, la parte difficile sarà convincerli che debbono stare lì, in sicurezza, per la salute loro e dei cittadini. Il questore mi ha detto che potenzierà i controlli per dare tranquillità anche alla cooperativa».
Che fare ora? «La settimana scorsa mi trovavo in centro. C'erano gruppo di giovani abbracciarsi senza mascherina. Ho detto loro badate che queste cose le paghiamo tutti».
Mauro Giacon
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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