Il commosso saluto a Piero: «Vita al servizio degli altri»

Martedì 1 Dicembre 2020
Il commosso saluto a Piero: «Vita al servizio degli altri»
I FUNERALI
PADOVA Una folla commossa di amici e fratelli nella fede si è riunita nella Basilica del Santo per dare l'ultimo saluto a Piero Giannone, 63 anni, il responsabile delle comunità neocatecumenali nella parrocchia della Madonna Pellegrina, morto in breve tempo a causa di una polmonite da Covid. In centinaia, nonostante le restrizioni antivirus in vigore e il giorno lavorativo, si sono simbolicamente stretti attorno alla famiglia con atteggiamento di riconoscenza per il bene ricevuto in 40 anni di cammino cristiano dall'ex insegnante di educazione fisica, punto di riferimento del gruppo, il quale non ha mai lesinato il proprio tempo e la propria disponibilità nell'evangelizzare la parola di Dio. Una cerimonia sobria e di basso profilo, come ha voluto la famiglia per rispecchiare lo stile e il carattere di Giannone, hanno accompagnato l'ultimo viaggio terreno verso il camposanto dell'apostolo di Dio e del Padre nella fede per tanti catecumeni. Alla messa sono stati eseguiti i canti neocatecumenali ispirati dal fondatore del Cammino Kiko Arguello, con l'alleluia ritmato dal battito delle mani e le parole cantate dall'assemblea.
A prendere la parola, a nome della moglie Lucia e degli otto figli accompagnati dai 13 nipoti (più altri tre in arrivo) è stato l'amico e il fratello della stessa comunità cristiana di una vita, Andrea Vendramin: «Con Piero ci conosciamo dai tempi del liceo - ha ricordato - fin da allora era emersa la vocazione di dedicarsi all'annuncio della parola di Dio. In tanti anni di catechesi preparati assieme a Piero sono sicuro che tutte le persone che lo hanno incontrato hanno riconosciuto in lui un testimone della fede. Aperto alla vita con una famiglia numerosa e una forte volontà di trasmettere la fede ai figli - ha aggiunto emozionato Vendramin - oggi noi tutti siamo qui per rendergli onore e per ringraziare Dio di avercelo donato. Tutti siamo in pace per il nostro Piero perché siamo convinti che sia salito in cielo: la nostra fede si fonda sul Kerigma, la buona notizia, ovvero Dio è morto ma è anche risuscitato per noi».
Ad officiare la celebrazione, assieme ad altri 14 presbiteri, è stato don Maurizio Stedile, a fianco di Giannone per tanti anni nella prima comunità della Madonna Pellegrina: «Grazie a Dio insieme a Piero abbiamo fatto nascere tante comunità cristiane - confessa il sacerdote nell'omelia - non vogliamo usare la retorica per decantare le sue doti umane: in tantissimi l'abbiamo conosciuto, amato e apprezzato. La cosa più importante è stata la decisione presa con la moglie Lucia di dedicare la sua vita al servizio degli altri, sempre con il sorriso tra le labbra». Al momento delle preghiere dei fedeli un grazie a papà è stato pronunciato dall'ambone dalla figlia Rachele con parole misurate e sentite, quasi a non voler esaltare tanto l'uomo e il capofamiglia quanto il testimone dell'amore di Cristo. Alla fine il feretro, uscito tra due ali di folla sul sagrato della basilica del Santo, ha visto tutti i sacerdoti che hanno concelebrato il funerale disporsi in due fila per salutare il passaggio della bara bianca. Mentre in chiesa ancora i fedeli cantavano con devozione Fuggi il mio diletto, il brano che loda colui che trova pace in paradiso accanto al Padre.
Luca Marin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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