IL CASO
SAN GIORGIO DELLE PERTICHE Per aggirare il divieto di svolgere fiere

Martedì 20 Ottobre 2020
IL CASO
SAN GIORGIO DELLE PERTICHE Per aggirare il divieto di svolgere fiere e sagre paesane in seguito alla pubblicazione del nuovo dpcm, il Comune di san Giorgio con un provvedimento urgente trasforma l'antica fiera di Arsego in mercato straordinario. Per il sindaco Daniele Canella e la sua giunta tra domenica e lunedì è stata una notte di passione: dopo l'annuncio di Conte sulla sospensione di fiere e sagre paesane, è iniziata una vorticosa serie di riunioni che si è protratta fino all'una. Dopo aver interpellato anche la prefettura, alle 1.15 il primo cittadino ha diramato un comunicato che confermava il regolare svolgimento dell'ultimo giorno della 273^ edizione della più amata kermesse autunnale del Camposampierese, previsto appunto per ieri. «La fiera e quindi tutte le attività ad esso correlate e programmate, come l'area di vendita e somministrazione e la zona intrattenimenti - ha scritto il sindaco leghista Canella - avrà luogo come programma sotto forma di mercato straordinario, nell'ottica di consentire una graduale e progressiva attuazione delle nuove misure ministeriali, prefissando alle ore 18 il termine ultimo entro cui dovrà concludersi».
Per gli organizzatori dell'evento che ha richiamato migliaia di visitatori come ogni anno nonostante i timori del virus, la decisione di far svolgere l'ultimo giorno di fiera è ritenuta un atto dovuto: «In considerazione delle tempistiche di emanazione e pubblicazione sulla gazzetta ufficiale del decreto era impossibile attuarlo in tempi così brevi- spiega Canella- Era improponibile mandare a casa gli allevatori del mercato del bestiame che sono arrivati alle sei e tutti gli ambulanti che speravano nell'incasso nell'ultimo giorno della fiera, di un anno tribolato come quello che stiamo vivendo. Inoltre - aggiunge il sindaco - era opportuno concludere gradualmente e progressivamente la chiusura dell'evento entro un orario prefissato, compatibile con l'esigenza di salvaguardare la salute nonché l'ordine e la sicurezza pubblica. Per questo motivo abbiamo deciso di cessare anticipatamente la fiera alle 18 e di fare solo i fuochi artificiali alla sera».
Quando ieri mattina alle 10, dopo aver inviato l'ordinanza comunale al prefetto di Padova e ai carabinieri della stazione di Camposampiero, il sindaco ha letto dall'altoparlante dell'area della fiera il testo della nuova disposizione municipale che in pratica non chiudeva la manifestazione, gli ambulanti hanno tirato un grosso sospiro di sollievo ed è partito un fragoroso applauso di approvazione per il salvataggio in extremis della festa. Per tutta la mattinata la partecipazione è stata buona, certamente lontana dalle passate edizioni. Per arrivare e muoversi all'interno del campo che accoglie il mercato del bestiame, dove ancora oggi si sono fatti affari, non c'era ressa e si poteva girare tra gli stand con assoluta tranquillità. Gli allevatori presenti fin dall'alba non erano molto contenti: gli addetti ai lavori si lamentano, da tempo degli esorbitanti costi della burocrazia. «Un asinello lo vendo a 100 euro - si sfoga un contadino di Bassano del Grappa- all'acquirente, però, costa il doppio, perché ci sono le carte da fare. Di questi passo siamo destinati a scomparire perché nessuno compra più niente. Se a questo aggiungiamo il covid, il baratro è vicino».
Luca Marin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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