IL CASO
PADOVA Oltre novecento multe al giorno, migliaia di punti tolti alle

Sabato 17 Febbraio 2018
IL CASO
PADOVA Oltre novecento multe al giorno, migliaia di punti tolti alle patenti degli automobilisti. In un breve tratto di tangenziale, fuori dell'autostrada A13 nel comune di Albignasego. Dove il limite di velocità passa da 90 chilometri orari a 70, per ritornare subito ai 90, lungo la strada regionale di Altighiero, all'altezza di corso Australia.
Ecco, nel breve tratto di bretella con il limite di 70 chilometri dal primo settembre è entrato in funzione l'autovelox fisso Velocar Red & Speed Evo R, che non si ferma neanche un minuto al giorno. Quanto ha reso al Comune di Albignasego l'autovelox fisso in un collo di imbuto di poche centinaia di metri di strada?
Tanto. Ma adesso la manna dell'autovelox va in crisi. C'è una sentenza del giudice di pace, Davide Piccinni, che ha accolto il ricorso presentato da un automobilista, il quale il 23 ottobre scorso ha ricevuto dal Comando di polizia locale di Albignasego, Unioni Patriarcati, una multa di 185 euro e 80 centesimi, oltre alla sanzione amministrativa accessoria della decurtazione di un totale di sei punti dalla patente di guida. Ebbene, l'automobilista, assistito dall'avvocato Filippo Lemmo, dello studio Rocca, ha contestato la contravvenzione e il giudice ha accolto il ricorso, così come ne ha accolti anche altri.
Perchè in un breve tratto di bretella la velocità deve scendere improvvisamente e gli automobilisti sono sorvegliati da un autovelox fisso? L'avvocato Lemmo dello studio Rocca cita nel ricorso una sentenza del Consiglio di Stato proprio sull'uso degli autovelox per la prevenzione degli incidenti. Si legge nella sentenza: «Il criterio primario ed essenziale che si desume dalla norma è quello del tasso di incidentalità (e cioè abbia portato a concludere che in un determinato tratto di strada, sotto questo profilo, non vi è la necessità di installare un autovelox), appare sostanzialmente superfluo discettare se la conformazione dei luoghi sia tale da ostacolare in qualche misura l'accertamento delle violazioni con le modalità ordinarie. Altrimenti si dovrebbe dire che sia doveroso collocare apparecchi automatici dovunque non sia agevole arrestare la marcia dei supposti trasgressori, ancorché sotto ogni altro profilo manchino i presupposti per adottare tale misura, il che appare estraneo al sistema della disciplina positiva».
Ma nel ricorso si afferma che nel breve tratto di bretella con l'autovelox non ci sono stati incidenti di rilievo «e pertanto è possibile dedurre che l'installazione dell'apparecchio non ha come obiettivo quello di creare un deterrente per gli automobilisti spericolati». Ed ancora: «Gli improvvisi rallentamenti per rispettare il susseguirsi dei mutevoli limiti di velocità creino più pericolo e intralcio alla circolazione della velocità inizialmente imposta. Considerando che il tratto stradale in oggetto è immediatamente prossimo all'uscita dell'autostrada A13, dove il limite è di 130, al raccordo di Padova Sud con limite di 100 chilometri all'ora e che per tutto il resto della strada regionale 47 è previsto l'ordinario limite di 90 chilometri».
Quindi, secondo i ricorrenti, l'autovelox, in un breve tratto di strada, fino a poco tempo fa anche male segnalato, ha degli altri fini. «Per quanto esposto non appare peregrina l'illazione per cui le reali ragioni dell'istallazione del dispositivo siano altre rispetto alla tutela della pubblica incolumità e vadano ricercate piuttosto nell'intento di incrementare le entrate del Comune di Albignasego, a danno ingiustificato degli automobilisti, i quali stante l'ubicazione dell'autovelox nella bretella che collega la città di Padova con le tratte autostradali principali sono principalmente non residenti nel Comune. L'assunto è avvalorato dal fatto che il suddetto autovelox ha fatto registrare il record di 900 multe al giorno», si legge nel ricorso accolto dal giudice di Pace. Il Comune di Albignasego è stato condannato a pagare le spese di giudizio.
Lino Lava
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