IL CASO
PADOVA C'è un'emergenza in sala operatoria, ma l'infermiera non

Martedì 18 Febbraio 2020
IL CASO
PADOVA C'è un'emergenza in sala operatoria, ma l'infermiera non trova parcheggio e decide di lasciare l'auto in sosta in un posto disabili. Dopo un'ora, all'uscita dal turno di reperibilità, si ritrova la ruota anteriore destra forata e un cartello sul parabrezza: «Ti basta il mio posto o vuoi anche la mia disabilità». È quanto accaduto la settimana scorsa ad un'infermiera strumentista dell'Azienda ospedaliera, chiamata al lavoro attorno alle 19 per assistere ad una delicata operazione chirurgica di un paziente in pericolo di vita.
L'episodio ha suscitato numerose polemiche tra il personale sanitario, in particolare tra i colleghi della piastra urgenze al primo piano del Policlinico. «Non si può parcheggiare in un posto disabili senza autorizzazione fa sapere Luigi Spada della Uil - È un'azione da condannare, ma ci sono casi nella vita in cui non c'è alternativa. In Azienda ospedaliera arrivano i pazienti più critici, persone vittime di incidenti o gravi traumi, dove i minuti fanno la differenza. Da più di dieci anni chiediamo all'amministrazione e al Comune di risolvere il problema della carenza parcheggi in zona, come sempre le inefficienze vengono scaricate sulle spalle dei lavoratori».
CARENZA DA RISOLVERE
L'infermiera si è rivolta alle forze dell'ordine e ha fatto denuncia di danneggiamento. Nel frattempo un gruppo di infermieri e operatori si sta organizzando per scrivere una lettera al presidente del Veneto, Luca Zaia, e chiedere soluzioni alla carenza parcheggi. «Chiedo scusa per il posto disabili aggiunge l'infermiera ma mi trovavo in difficoltà. Non è previsto un posteggio riservato ai dipendenti reperibili e spesso siamo costretti ad abbandonare i veicoli in divieto di sosta, pagando di tasca nostra multe e vedendoci rimuovere l'automobile dal carroattrezzi. Quella sera sono stata chiamata per un politrauma con rottura di milza, c'era bisogno di arrestare un'emorragia interna. Non trovando posteggio nemmeno in divieto di sosta, ho lasciato l'auto nel parcheggio disabili davanti al Pronto soccorso, metà dei posti erano liberi. Vista la situazione, ho lasciato sul cruscotto un biglietto con scritto: sono reperibile in sala operatoria per un'emergenza, se necessario spostarla chiamare il numero...».
La donna poi racconta di aver discusso con l'ausiliario del traffico, dopo un'ora la scoperta. Il turno dei nonni vigile si conclude alle 19.30. Probabilmente qualcuno, entrato durante l'orario visite, ha agito indisturbato danneggiando l'auto. «Se sul letto operatorio ci fosse una persona cara afferma l'infermiera mi domando chi avrebbe piacere che l'infermiera reperibile, unica strumentista, invece che essere in sala a cercare di salvarle la vita assieme a tutto il resto dell'equipe, stesse invano cercando posteggio fuori».
UFFICIO VIABILITÁ
L'Azienda ospedaliera fa presente che la dipendente in nessun caso avrebbe potuto lasciare l'auto nel posto disabili, ma si scusa per quanto accaduto. L'Azienda ha una disponibilità complessiva di 600 parcheggi per un flusso quotidiano di 15 mila persone. Approssimando, significa che solo una persona su venti riesce ad accaparrarsi un posto. Su 600 parcheggi, 102 sono per disabili. L'ufficio viabilità dell'ospedale fa sapere che, ad oggi, sono attivi 170 pass per reperibilità utilizzati sia da medici che da infermieri e tecnici. I dipendenti dell'Azienda hanno la possibilità di entrare con l'auto nei giorni feriali solo dopo le 16, sabato e domenica h24. Il pass reperibilità consente l'accesso nei feriali già dalle 12.30, spesso viene scambiato tra colleghi all'interno delle varie equipe a seconda delle esigenze.
Fino a qualche anno fa, il dipendente in pronta disponibilità aveva l'obbligo di raggiungere il luogo di lavoro entro 30 minuti dalla chiamata. Oggi l'obbligo indica il minor tempo possibile. Il dipendente che non risponde alla chiamata può essere sottoposto a procedimento disciplinare.
Elisa Fais
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