Il carabiniere Maglio in carcere, a marzo potrebbe essere già libero

Giovedì 11 Ottobre 2018
IN AULA
PADOVA È proseguito ieri mattina, davanti ai giudici del Tribunale collegiale, il processo al carabiniere Dino Maglio alla sbarra per il reato di violenza sessuale. Difeso dall'avvocato Enrico Cogo è già stato condannato a cinque anni di reclusione, in rito abbreviato, per avere abusato di una ragazzina australiana di 16 anni. Inoltre ha patteggiato otto mesi al Tribunale di Venezia per detenzione di materiale pedopornografico. Maglio sta scontando la sua pena nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere e il fine pena è stato fissato per il maggio del 2019, ma non è escluso che possa uscire già a marzo. Dino Maglio, in questo nuovo processo a suo carico, è accusato di avere narcotizzato e stuprato quattordici turiste straniere. Ragazze che ospitava nel suo appartamento dell'Arcella dove, secondo l'accusa rappresentata dal sostituto procuratore Giorgio Falcone titolare delle indagini, le drogava e le violentava. Tutte giovanissime che lo contattavano tramite il sito Couchsurfing perché volevano essere ospitate per trascorrere qualche giorno a Padova e visitare Venezia. Per l'accusa la serie di violenze è iniziata nel 2013, quando a marzo sono arrivate le prime ragazze. Il prossimo 17 ottobre testimonieranno in aula quattro di queste ragazze: una canadese e tre della Repubblica Ceca. Quindi il 31 ottobre una giovane statunitense e una portoghese. Le altre non sono mai state rintracciate. Ieri in aula hanno testimoniato due giornaliste e un avvocato di Irpi (investigative reporting project Italy), che hanno ricevuto per prime una lettera del fidanzato di una delle ragazze presunte abusate dal carabiniere. Le tre per mettere in guardia altre giovani dal maniaco, avevano anche creato una pagina Facebook. Maglio inoltre ha ancora pendente un procedimento a Lecce, sua casa di residenza, per essere evaso dagli arresti domiciliari.
M.A.
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