IL BILANCIO
PADOVA La provincia di Padova supera la soglia dei diecimila contagi

Sabato 31 Ottobre 2020
IL BILANCIO PADOVA La provincia di Padova supera la soglia dei diecimila contagi
IL BILANCIO
PADOVA La provincia di Padova supera la soglia dei diecimila contagi dall'inizio dell'emergenza Covid-19. Come testimoniano i dati, la curva epidemica continua a salire. Nelle ultime 24 ore i nuovi casi arrivano a 575 e sono state registrate due vittime legate al virus. E' deceduto all'ospedale di Camposampiero un 71enne di Santa Giustina in Colle e all'ospedale di Schiavonia un 73enne residente a Montagnana.
LE STORIE
Renato Rossi, 73enne di Montagnana con alle spalle una lunga carriera da postino, era arrivato domenica scorsa all'ospedale di Schiavonia, riconvertito a Covid hospital in questi giorni. Ed era convinto di riabbracciare presto la moglie e i figli, invece non ha più fatto ritorno. È morto giovedì, dopo cinque giorni di terapia intensiva. Il coronavirus avrebbe complicato un quadro clinico già compromesso. «Aveva superato bene la polmonite racconta la cognata Delma Però aveva smesso di mangiare e di bere: non ci riusciva proprio. Dagli accertamenti si è scoperto che aveva un tumore al fegato. Nessuno di noi si aspettava che potesse finire così». Adesso al dolore per la morte di Renato si aggiunge il rammarico di non poter ritirare immediatamente i suoi effetti personali. Il rigido protocollo del Covid hospital non lo consente.
Renato abitava con la moglie in centro a Montagnana e per tutta la vita ha lavorato come postino nel vicino comune di Urbana. Adesso si stava godendo la pensione, seguendo i due sport che più lo appassionavano: il calcio e il ciclismo.
«Tifava Inter racconta la cognata , io invece sono juventina, figuriamoci le litigate quando guardavamo insieme le partite. In realtà ci divertivamo. Era una persona davvero buona». Renato lascia nel dolore la moglie Anna e i due figli, Paolo e Paola. «Siamo molto scossi» sussurra al telefono la figlia.
Giuseppe Bragotto, 71 anni, dopo due settimane di ricovero all'ospedale di Camposampiero a causa di grossi problemi respiratori ieri pomeriggio è morto a causa di un infarto. L'Ulss 6 Euganea lo annovera tra le vittime del coronavirus. La famiglia non si capacita della cosa: «Quando Giuseppe è entrato al nosocomio Pietro Cosma ha spiegato la moglie Germana al sindaco di S. Giustina Moreno Giacomazzi- aveva parecchie patologie pregresse ma non era ammalato del virus».
LE FAMIGLIE
A risultare positivi al coronavirus, ironia della sorte, circa due settimane fa erano rimaste la stessa moglie e la nipote Bar, a quanto pare non Giuseppe sempre negativo al tampone. L'uomo, definito da alcuni conoscenti, generoso e disponibile, abitava con la moglie Germana Scattolin in una villetta in via Roma al civico 41. La famiglia, in particolare la signora Germana molto attiva nella caritas parrocchiale, da tempo ospita due ragazzi di origini senegalesi. In paese della coppia è più conosciuta la moglie, presente nelle attività pastorali delle chiesa del capoluogo di S. Giustina in Colle. Alla notizia che Bragotto sia tra le persone decedute causa covid il primo a sorprendersi è il ragazzo del Senegal che vive a S. Giustina nella casa nei campi, tra due ville storiche del paese. «A noi non risulta che Giuseppe fosse positivo afferma il ragazzo che si affaccia al cancello d'ingresso- Sicuramente aveva altre patologie che lo hanno debilitato, ma questa del coronavirus è una novità».
CURE
Intanto La pressione si fa sentire anche al Pronto soccorso dell'Azienda ospedaliera, dove si rivolgono ogni giorno circa cinquanta persone con i sintomi tipici dell'infezione da coronavirus e problemi respiratori. Fino a settembre erano al massimo una decina al giorno. I pazienti Covid confluiscono nell'edificio che si trova sulla sinistra della rampa del Monoblocco, accanto al Pronto soccorso, chiamato PalaFellin. Gli spazi sono ormai insufficienti e per far fronte alle crescenti richieste, il direttore Vito Cianci negli ultimi tre giorni ha dovuto occupare parte dell'area Pronto soccorso no-Covid.
SPAZI
«Da 72 ore ho attivato un'area funzionale al Covid nel cosiddetto pronto soccorso pulito ammette il professor Cianci -. Gli spazi sono stati allestiti per un'osservazione breve, garantendo la sicurezza per pazienti e operatori. Abbiamo occupato metà dell'edificio PalaFellin dal 22 maggio, ma ora è necessario allargarsi». Entro questa settimana dovrebbe chiudersi la gara per un prefabbricato da 200 metri quadri che sarà installato nel parcheggio davanti a Malattie infettive, dove c'erano le tende della protezione civile. Il container avrà la funzione di pre-triage, un po' come accadeva già nelle tende, e sarà dedicato esclusivamente ai casi sospetti, asintomatici o con sintomi lievi. Diversa è la funzione del Pronto soccorso, che ha il compito di prendere in carico i pazienti più delicati.
MEDICI
«Chi è giovane e ha una sintomatologia lieve, come un po' di febbre e mal di gola, è bene che si rivolga al proprio medico di base specifica Cianci Mentre chi mostra difficoltà respiratorie, febbre alta e presenta comorbidità deve venire al Pronto soccorso. È necessario che tutti tengano un atteggiamento responsabile. Ci tengo a fare una raccomandazione: non si sottovalutino i problemi cardiovascolari e neurologici per paura del Covid. Se si ha dolore toracico o intorpidimento degli arti, bisogna chiamare il 118. Qui ogni paziente ha un percorso separato e sicuro». Nelle prossime settimane verrà installato anche il container davanti al Pronto soccorso dell'ospedale Sant'Antonio.
NUMERI
Dal 21 febbraio ad oggi l'ombra della pandemia ha toccato le vite di 10.479 padovani. Attualmente si contano 5.186 positivi e 1.126 persone in isolamento domiciliare. La veloce corsa del coronavirus si nota mettendo a confronto i report delle scorse settimane. Il numero complessivo dei contagi il primo ottobre è 5.377, con 23 nuovi casi e 559 positivi al tampone. Passando al bollettino del 15 ottobre il totale dei contagi è 6.213, con 86 nuovi casi e 1.073 positivi al tampone. La crescita è evidente anche accostando i dati relativi al carico assistenziale della rete ospedaliera padovana. I pazienti in area non critica il primo ottobre sono 24, il 15 ottobre sono 28 e oggi arrivano a 116. Lo stesso vale per i casi gravi in rianimazione, che il primo ottobre sono 5, il 15 ottobre sono 8 e oggi 31.
Uno degli ospedali più coinvolti in questo momento è l'Azienda ospedaliera con 63 ricoveri a Malattie infettive e altri 17 in terapia intensiva. Non è di meno l'ospedale di Schiavonia, tornato ad essere Covid center, con 40 persone in reparto e 8 in rianimazione. Il nosocomio di Cittadella accoglie 13 pazienti non critici e quattro gravi. Due i ricoveri in terapia intensiva a Camposampiero, mentre salgono a 12 i posti letto di comunità.
Elisa Fais, Luca Marin
e Maria Elena Pattaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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