I parroci: più vigili e spazi per i giovani

Giovedì 23 Maggio 2019
GLI INCONTRI
PADOVA Un anno di incontri con i parroci, spesso accompagnati da rappresentanti dei consigli pastorali. Sorpresi e incuriositi che un sindaco volesse vederli. Giordani è anche questo. L'estate scorsa aveva annunciato che avrebbe ricevuto o sarebbe andato a trovare egli stesso i parroci della città, che sono sessanta e molti reggono ad interim più parrocchie.
Ebbene, in condivisione con la capo di gabinetto, Fiorita Luciano, li ha visti quasi tutti. L'obiettivo era conoscerli e chiedere loro che cosa dal proprio osservatorio avrebbero voluto per migliorare questa città. Un approccio che i parroci hanno accolto molto seriamente, individuando problematiche che vanno oltre la soglia della propria chiesa.
LE RICHIESTE
Ieri il Comune ha fatto il punto delle richieste che sono già state girate ai singoli settori di competenza. Ad esempio molti hanno chiesto miglioramenti che riguardano la viabilità o la manutenzione dei marciapiedi, e l'allungamento delle piste ciclabili, dimostrando di marcare il territorio meglio di altri. Alcuni hanno proposto di migliorare l'illuminazione pubblica, come presidio o di creare mercatini rionali come occasione di incontro. E magari integrare i Grest con altre attività comunali estive.
Poi si è andati sul profondo. Perché le parrocchie sono ancora centri vitali: Caritas, scuole dell'infanzia, centri parrocchiali, Grest e doposcuola: disagio, povertà, emergenze. È emersa ad esempio la necessità che il Comune promuova il ritorno in città delle giovani coppie, in fuga per l'alto costo degli appartamenti. E nello stesso tempo che nascano casette per gli anziani che limitino la solitudine.
GLI SPAZI
C'è poi l'aspetto logistico. C'è bisogno sempre più di spazi in città per i giovani e le associazioni. Le parrocchie ne hanno e si sono proposte per utilizzare le loro sale per incontri culturali, o le loro palestre per attività in convenzione. E con gli occhi aperti. A proposito di questo soprattutto nelle parrocchie di frontiera, come le ha chiamate Fiorita Luciano, si registrano a volte concentrazioni di giovani o davanti alla chiesa o nei patronati che potrebbero destabilizzarli. Ebbene anche solo il passaggio in più di qualche divisa basterebbe in questo caso come deterrente. Inoltre i parroci hanno dato anche indicazioni su possibili focolai di spaccio nel territorio, già segnalate alla Polizia locale.
LA DIOCESI
«Non mi sorprende che i parroci abbiamo fatto richieste così acute e precise. Non è che loro vanno a lavorare in quei posti e poi tornano a casa. Ci vivono» annota don Marco Cagol, vicario episcopale per le relazioni con il territorio. «Mi ha molto colpito l'attenzione ai dettagli per migliorare il bene comune e la cura del vivere con qualità, non limitati ai confini della parrocchia ma aperti a tutto il territorio» continua. «Dimostra come loro sono immersi fra la gente, come abitino il territorio e le loro indicazioni siano fatte con spirito di servizio disinteressato. Dunque sono felice di vedere che non c'è separazione tra parrocchia e comunità, di cui vivono piccole e grandi tensioni e di come aprano le loro porte. A S. Carlo ad esempio il patronato è anche sede di aule studio per il doposcuola che stanno generando risposte che creano comunità». A proposito: S. Carlo ha chiesto una pista per gli skateboard...
Poi ci sono gli spazi dei patronati. «La nostra città rischia di non avere spazi a libero accesso per socializzare, dunque loro sono disponibili ad aprirli. Certo sanno bene che c'è il rischio di ospitare magari ragazzi difficili. Ma anche questo è un valore. E poi le strutture delle parrocchie sono il frutto dell'impegno di una comunità. Le ha volute la gente tutta, quindi non sono un'esclusiva, ma una realtà nata dalla comunità che le ha generate».
GIORDANI
Il Comune per quanto può, contribuisce a sostenere le parrocchie tramite le richieste delle associazioni che ne fanno parte. Chiude il sindaco, devoto di padre Leopoldo. «Ho voluto intraprendere un viaggio fra i cittadini della nostra comunità dal quale ho imparato molte cose. Soprattutto che esiste una straordinaria rete di sostegno sociale che in silenzio migliora giorno dopo giorno la società. Ringrazio tutti e continuerò gli incontri nei prossimi anni».
Mauro Giacon
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