I NUMERI
PADOVA Quattro bimbi non hanno nemmeno compiuto il primo anno d'età,

Venerdì 27 Marzo 2020
I NUMERI PADOVA Quattro bimbi non hanno nemmeno compiuto il primo anno d'età,
I NUMERI
PADOVA Quattro bimbi non hanno nemmeno compiuto il primo anno d'età, i più grandi sono invece sette adolescenti di 17 anni. In mezzo c'è un'altra marea di bambini e ragazzini positivi al Coronavirus: in tutta la provincia di Padova i minori contagiati sono attualmente 56, il numero sale a 61 se si tiene conto di tutto l'ultimo mese. Una decina di loro è stata ricoverata al policlinico di via Giustiniani e tutti sono stati dimessi dopo pochi giorni: per fortuna nessuno è stato costretto alle cure della terapia semi-intensiva e della rianimazione. Ad oggi non ci sono bambini e adolescenti ricoverati, ma nei giorni scorsi uno studente di 16 anni se l'è vista brutta accusando un'improvvisa broncopolmonite. Le cronache dell'ultimo mese parlano di pazienti gravi principalmente ultrasessantenni e di molte vittime anziane, ma dai report regionali emergono dati interessanti anche sulle fasce più basse d'età. Nella provincia di Padova sono ben otto infatti i bambini di un anno contagiati, sei invece hanno sedici anni. La maggior parte ha sintomi lievi o è asintomatica.
Il primo caso era venuto a galla un mese fa, il 26 febbraio, suscitando grande preoccupazione a Curtarolo: positiva (senza sintomi) una bambina di 8 anni. Per questo motivo venne subito chiusa e sanificata la sua scuola primaria di Limena e l'intera classe, più docenti e altro personale, fu posta in quarantena. In un mese i casi sono cresciuti giorno dopo giorno. I numeri padovani sono molto più alti rispetto al resto del Veneto (dove ora si contano 125 casi di positività e sei minori ricoverati). L'Ulss 3 veneziana, giusto per fare un esempio, si piazza al secondo posto con 18 casi di minori positivi. La differenza potrebbe anche dipendere da un maggior numero di tamponi effettuati a Padova su bambini e ragazzi rispetto alle altre province. All'Azienda ospedaliera di Padova è stato creato un reparto Covid pediatrico, all'interno del Dipartimento della salute della donna e del bambino diretto dal professor Giorgio Perilongo, con 7 stanze singole. Molti esperti nelle ultime settimane hanno evidenziato che per i bambini il virus è meno pericoloso, mentre il rischio per la salute aumenta con l'avanzare dell'età. Anche l'Istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza si è messo in campo, come annunciato l'altro ieri dalla direttrice scientifica Antonella Viola. L'obiettivo è capire quali siano le difese immunitarie efficaci contro il virus e perché queste vengano meno in alcuni pazienti. L'infanzia sembra possedere una sorta di barriera protettiva al Covid-19. Una buona notizia, ma ora gli scienziati sono al lavoro per spiegare il perché.
Gabriele Pipia
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