I nostri telescopi dentro Cheops in partenza per la Terra gemella

Giovedì 15 Agosto 2019
I nostri telescopi dentro Cheops in partenza per la Terra gemella
LA MISSIONE
PADOVA «Il satellite ha ricevuto il via libera da Arianespace ed è pronto per essere trasportato allo spazioporto di Kourou, in Guyana Francese». Roberto Ragazzoni è entusiasta mentre conferma la notizia dell'Esa, l'ente spaziale europeo, che ha valutato positivamente tutti gli aspetti tecnici del satellite Cheops, giudicandolo pronto per il lancio.
È una notizia che permette la partenza del razzo «fra il 15 novembre e la fine dell'anno» con un razzo Soyuz dalla Guyana francese. E dentro ci sarà un telescopio progettato proprio a Padova. «Questo giudizio era proprio una pietra angolare dopo tanto lavoro - continua Ragazzoni - il semaforo verde riguarda anche aspetti come la traiettoria di lancio e la separazione del carico utile. Ora mancano 40 giorni di calibrazione e poi andrà in Guyana».
IL CONTRIBUTO
Cheops è la nuova missione europea destinata alla ricerca di esopianeti, cioè di Terre gemelle. Costruito dall'Esa e dalla Svizzera con il contributo italiano dell'Agenzia Spaziale Italiana e l'apporto scientifico dell'Inaf e dell'Università di Padova. Il telescopio installato a bordo, avrà il compito di misurare con altissima precisione la luminosità di un campione di stelle per le quali è già nota la presenza di pianeti e riuscirà a registrare la piccola variazione di luce dovuta al transito del pianeta davanti alla stella madre.
Questa misura permette di calcolare con grande accuratezza la dimensione del pianeta, parametro molto importante perché, insieme alla massa che si misura da osservazioni con telescopi a terra, consente agli astronomi di definire la sua struttura interna. Un passo importante per trovare posti potenzialmente abitabili.
GLI STUDI
Ragazzoni è un esperto di strumentazioni ottiche per l'astronomia e fresco socio dell'Accademia nazionale dei Lincei. Questo invece è il primo satellite dedicato allo studio dei sistemi extrasolari, ovvero per scovare i gemelli della Terra con il contributo degli scienziati dell'Osservatorio e dell'Istituto nazionale di Astrofisica (Inaf) e del dipartimento di Fisica e Astronomia Galileo Galilei. Sarà lanciato insieme aCosmo-SkyMed, un satellite strategico italiano. «Con la sonda Kepler della Nasa, sono stati scoperti qualche migliaio di pianeti, ma le misure sono molto approssimate. Con questi nuovi telescopi invece potremmo capirne il diametro e quindi la pesantezza, la massa, e dunque com'è la loro gravità, se possono ospitare roccia, gas o ghiaccio. Cheops comincerà a guardare quelli che di chiamano esopianeti, i più vicini alla Terra parliamo di 5-10 anni luce». Analizzerà variazioni minimali della luce attorno alla stella che il satellite sta osservando, infatti se il pianeta è fra noi e questa stella, quando gli passa davanti la sua luce viene leggermente alterata. E visto che la maggioranza delle stelle possiede almeno un pianeta che le orbita intorno questo moltiplica le possibilità che esistano le condizioni che hanno dato origine alla vita sulla terra.
M.G.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci