I nonni padovani non ci cascano più: calano i raggiri

Mercoledì 13 Dicembre 2017
I nonni padovani non ci cascano più: calano i raggiri
L'ALLARME
PADOVA I nonni padovani non ci cascano più. O quasi. Così crolla il numero delle truffe in tutta la provincia: meno 38 per cento, ma si arriva al meno 45 per cento se si considerano anche i tentativi andati a monte. Da gennaio al 6 settembre di quest'anno, i raggiri ai danni di anziani, denunciati ai carabinieri, sono stati 87, di cui 83 nell'hinterland di Padova, ovvero capoluogo e comuni limitrofi. Nello stesso periodo dell'anno scorso, invece, sono state 140. Calano pure i tentativi di truffa, che passano da 56 a 21. I dati sono incoraggianti, ma l'odioso reato è ben lungi dall'essere eradicato. Così i carabinieri del comando provinciale stanno distribuendo un opuscolo in cui riepilogano tutti i consigli dell'Arma per non cadere più nel tranello.
I TIPI
Come ha spiegato il comandante del Reparto operativo, Francesco Rastelli, i malviventi hanno escogitato vari tipi di raggiro. «I truffatori si presentano alla porta delle vittime sotto varie coperture. Ci sono i falsi carabinieri in borghese o avvocati che chiedono denaro per la cauzione di qualche parente nei guai, ma anche finti dipendenti dell'agenzia delle Entrate che chiedono di vedere tutti i gioielli di famiglia per poi concedere un inesistente detrazione sul 730. Tra le varie tipologie contiamo anche fasulli corrieri che portano agli anziani pacchi, ovviamente vuoti, intestati a figli o nipoti e pretendono il pagamento del contrassegno. Troviamo poi i falsi dipendenti dell'Inps o delle Poste che si rivolgono a quelle persone che hanno appena prelevato la pensione allo sportello, assicurando di dover controllare il denaro consegnato loro. Infine c'è chi raccoglie informazioni sulla vittima e poi carpisce la loro fiducia assicurando di essere un lontano parente o un vecchio amico. In molti, dubitando della propria memoria, ci cascano, fanno entrare il malvivente, che poi li deruba di tutto ciò che hanno in casa».
I CONSIGLI
Ecco poi il decalogo in pillole: «Prima di tutto - continua Rastelli - non aprite agli sconosciuti e non fateli entrare in casa. Diffidate degli estranei che vengono a trovarvi in orari inusuali, soprattutto se in quel momento siete soli. Non mandate nemmeno i bambini ad aprire la porta e, in ogni caso, prima di farlo rima di aprire la porta, controllate dallo spioncino e, se avete di fronte una persona che non avete mai visto, aprite con la catenella attaccata. In caso di consegna di lettere, pacchi o qualsiasi altra cosa, chiedete che vengano lasciati nella cassetta della posta o sullo zerbino di casa. In assenza del portiere, se dovete firmare la ricevuta aprite con la catenella attaccata. Prima di far entrare chiunque, accertatevi della sua identità ed eventualmente fatevi mostrare il tesserino di riconoscimento. Nel caso in cui abbiate ancora dei sospetti o c'è qualche particolare che non vi convince, telefonate all'ufficio di zona dell'Ente e verificate la veridicità dei controlli da effettuare. Attenzione a non chiamare utenze telefoniche fornite dagli interessati perché dall'altra parte potrebbe esserci un complice». Altro consiglio fondamentale: «Non date soldi a sconosciuti che dicono di essere funzionari di Enti pubblici o privati di vario tipo. Utilizzando i bollettini postali avrete un sicuro riscontro del pagamento effettuato».
LE DENUNCE
Purtroppo non tutte le vittime denunciano: «Tanti si vergognano - continua il comandante - o temono di essere derisi dai familiari. I dati però sono incoraggianti, il fenomeno appare in calo, mentre aumentano le persone che sventano i tentativi di truffa e poi segnalano il fatto alle forze dell'ordine».
Marina Lucchin
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