I LUTTI
PADOVA Tre volti, tre storie, tre vite spezzate dal maledetto virus.

Lunedì 6 Aprile 2020
I LUTTI PADOVA Tre volti, tre storie, tre vite spezzate dal maledetto virus.
I LUTTI
PADOVA Tre volti, tre storie, tre vite spezzate dal maledetto virus. Il tragico elenco delle vittime si è allungato anche ieri.
IL VOLONTARIO
Era l'anima dell'associazione Nastro d'argento, che si occupa dell'accompagnamento di anziani e disabili in ambulatori o cliniche. Ulderico Ruffato, 81 anni, di Carrara San Giorgio, non ce l'ha fatta. Era affetto da altre patologie, negli ultimi giorni aveva contratto il coronavirus. È mancato sabato all'ospedale di Camposampiero, dov'era ricoverato da un mese dopo una brutta caduta e la rottura del femore. Lascia la moglie, non autosufficiente. Motivo per cui durante la sua degenza si erano attivati i servizi sociali del Comune, portandogli il vestiario di ricambio. «Copriva anche tre turni alla settimana ricorda il presidente della Nastro d'argento, Vincenzo Toia potevamo sempre contare su di lui. Quando si è ammalato per la prima volta è venuto a casa mia a dirmi che non sarebbe stato in grado di assicurare il servizio di accompagnamento nei mesi successivi. Un gesto, questo, che dà la cifra della sua statura». «Non amava mettersi in mostra continua Oggi si parla tanto di eroi, riferendoci in particolare a medici, infermieri e alle forze dell'ordine: tutte categorie in prima linea, in un contesto straordinario. Ulderico è stato un eroe della porta accanto, col suo fare schivo e silenzioso». Il sindaco Davide Moro: «Non voglio passare per retorico, ma è stato un esempio, soprattutto per le giovani generazioni». Ruffato è il primo morto con covid-19 in paese.
L'ARTIGIANO
Giovedì scorso con il tablet dal suo letto nell'ospedale di Schiavonia ha parlato con la figlia Monica, il cognato Mauro e le nipotine Margherita e Martina. Ha chiesto informazioni sugli altri familiari. È stata l'ultima volta. Ieri poco prima delle sei la ferale notizia. Umberto Pontarolo, 79 anni, non ce l'ha fatta. Tombolo era il suo paese d'origine, ma risiedeva a Galliera Veneta con la moglie Lucia che è ricoverata in isolamento all'ospedale di Camposampiero, le sue condizioni non destano preoccupazione. In Sudafrica vive l'altra figlia, Raffaella, con il marito Warren e il figlio Rourke. Umberto Pontarolo era un imprenditore artigiano comproprietario di una carrozzeria che costruisce mezzi per il trasporto degli animali. «Diversi anni fa - racconta la figlia Monica che proprio ieri ha terminato l'isolamento domiciliare - ha ceduto le quote e si è ritirato. Era diabetico, due anni fa l'operazione per un tumore, ma viveva serenamente. Si spostava per fare la spesa, alla domenica pomeriggio andava a ballare con mia mamma e poi a Tombolo, nel solito bar con gli amici, il gioco delle carte pomeridiano. Nei suoi pochi spostamenti deve aver contratto il virus. Le sue condizioni erano migliorate, giovedì lo abbiamo visto bene. Ci ha parlato, ha chiesto di tutti a cominciare dalla mamma. Pur nel grande dolore ci dà conforto essere riusciti a parlargli, lui non si è dimenticato di chiedere di nessuno, quasi volesse fare una sorta di saluto».
LA SUPER FAMIGLIA
La prima vittima del coronavirus di Camposampiero si chiama Ferdinando Trivellato. Ottantasei anni, sposato con Ida Longato e padre di otto figli (Marisa, Flavia, Silvana, Lorenzo, Maria, Walter, Gabriele e Denis), abitava in via Guizze a Rustega, ai confini con Loreggia. Trivellato si è spento sabato all'ospedale di Schiavonia. Ora la famiglia è in quarantena fiduciaria. Fernando, come veniva chiamato, aveva lavorato alla cartiera di Camposampiero. Negli anni 70 viaggiava a bordo della sua Apecar per raccogliere la carta ed è stato il promotore dell'attività imprenditoriale di riciclo della carta di alcuni dei figli. Nando era un uomo che amava stare in mezzo alla gente: ogni mattina si presentava alle 9 al centro pensionati per giocare alle carte. Era amico anche del parroco don Marco Scattolon che ieri ha fatto visita alla famiglia Trivellato. Vicina alla famiglia è anche la sindaca Katia Maccarrone. «Apprendo con grande tristezza del nostro primo cittadino di Camposampiero che viene a mancare - afferma - Voglio esprimere alla famiglia la mia partecipazione al loro dolore. Il signor Ferdinando era un lavoratore e aveva una grande famiglia numerosa, proprio come quelle di una volta».
(Francesco Cavallaro, Michelangelo Cecchetto
e Luca Marin)
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