I DATI
PADOVA Il sexting, l'invio di immagini più o meno sessualmente esplicite

Sabato 24 Marzo 2018
I DATI
PADOVA Il sexting, l'invio di immagini più o meno sessualmente esplicite tramite internet o cellulari, impazza tra i ragazzi minorenni non solo degli istituti superiori ma anche tra quelli delle medie e, in casi più rari, anche tra i bambini che frequentano la quinta elementare. È quanto emerge dalla giornata di ieri dedicata alla sensibilizzazione sul cyberbullismo che ha visto la sala del multisala Pio X ospitare tanti studenti di medie inferiori e superiori per l'iniziativa #cuoriconnessi, campagna di prevenzione e sensibilizzazione sui rischi dell'uso del web realizzata dalla Polizia Postale.
A Padova e provincia sono oltre 700 l'anno, in media due al giorno, le telefonate che riceve la Polizia Postale da genitori o insegnanti che denunciano possibili casi e chiedono maggiori informazioni. «Il sexting è un fenomeno diffuso tra i giovanissimi, ma raramente ci si trova di fronte a immagini rubate. Lo scambio in singoli casi è accaduto anche fra ragazzini che frequentano la quinta elementare - spiega Letterio Saverio Costa, funzionario della Polizia Postale che dal comando di Venezia si occupa di tutto il Veneto - Già alle medie inferiori la maggior parte delle foto o dei video che vengono messi in circolazione non sono rubate ma condivise dal singolo magari solo con un altro amico, che a sua volta le diffonde, o direttamente in gruppi di chat». La molla principale è il vantarsi delle proprie imprese con gli amici.
«Noi interveniamo da subito in via educativa spiegando le conseguenze ai ragazzi, e la maggioranza dei casi via risolta proprio in questo modo. Ma in casi gravi si può arrivare anche alla magistratura - aggiunge Nadia Tenchini, responsabile per la provincia di Padova - In città e provincia riceviamo in media un paio di richieste al giorno e praticamente la totalità si rivelano essere casi fondati». I ragazzi appaiono consapevoli delle loro azioni, non lo sono invece rispetto alle conseguenze del postare in internet video o foto intime che, per i minori di 18 anni, diventa reato di pedopornografia. In qualche caso si tratta di materiale rubato. Ad esempio è accaduto che due ragazzini si siano filmati durante effusioni e rapporti intimi. L'intenzione dei due era quella di tenere il video per loro ma hanno lasciato il cellulare incustodito ed un amico ha provveduto a rilanciare le riprese. Quasi sempre invece sono gli stessi protagonisti, nessuna differenza tra maschi e femmine, a diffondere loro foto o video nudi o in atteggiamenti intimi.
Nel corso della mattinata moltissime le domande poste dai ragazzi ai rappresentanti della Polizia Postale. In particolare gli studenti vogliono capire cosa succede quando qualcosa viene postato in internet e, soprattutto, se è possibile cancellare quanto immesso in rete, cosa impossibile. Grande la collaborazione degli insegnanti presenti che hanno preparato i ragazzi facendo opera di sensibilizzazione, ma hanno anche sottolineando come, personalmente, non siano mai stati toccati da episodi gravi di cyberbullismo.
Luisa Morbiato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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