Rivale massacrato con 37 colpi di roncola

Venerdì 7 Dicembre 2018
Rivale massacrato con 37 colpi di roncola
IL DELITTO
PADOVA Sotto il sole cocente di quel pomeriggio del 5 luglio di quest'anno, il parcheggio dello stadio Euganeo è stato teatro di un massacro. Il filippino di 51 anni Walter Crispin Sahagun è stato ammazzato con trentasette colpi di roncola inferti dal connazionale Melvin Arca di 36 anni. È l'esito dell'autopsia effettuata sul corpo martoriato della vittima, morta per dissanguamento dopo alcuni minuti di agonia. Il pubblico ministero Roberto Piccione, titolare delle indagini, ha confermato l'accusa di omicidio volontario per il collaboratore domestico e a breve andrà a chiudere il fascicolo.
L'AUTOPSIA
L'esame sul cadavere è stato effettuato dal medico della Questura Massimo Puglisi. Sahagun è stato colpito 37 volte con una roncola dal rivale in amore Arca. Quindici sono state le ferite più profonde, alcune invece erano lunghe anche venti centimetri. Il 51enne filippino è stato massacrato, il suo corpo presentava diverse fratture su tutti e quattro gli arti e molti muscoli sono stati completamente lacerati. Sahagun, disteso sul parcheggio dello stadio Euganeo, è morto dopo alcuni minuti di agonia per dissanguamento. Il collaboratore domestico padre di cinque figli, rimane così dietro alle sbarre con l'accusa di omicidio volontario. Davanti al Gip Mariella Fino per l'interrogatorio di garanzia, aveva dichiarato: «Sono andato all'appuntamento armato di katana. Walter mi ha sparato con una pistola ad aria compressa e mi ha colpito l'orecchio. Quindi entrambi abbiamo preso le katane. Poi non ricordo cosa è successo, sanguinavo dall'orecchio e mi girava la testa». Ma per gli inquirenti Arca era armato di roncola e il 51enne non ha impugnato alcuna katana. Risulta invece vero che Sahagun ha sparato con una pistola ad aria compressa colpendo il 36enne in un orecchio.
LE INDAGINI
I due, quel giovedì 5 di luglio, si sono dati appuntamento sul parcheggio dello stadio Euganeo per dare vita a un duello rusticano. Sahagun era pazzo di gelosia, convinto che Arca avesse una relazione amorosa con la sua ex compagna anche lei filippina. Il collaboratore domestico dopo averlo massacrato è fuggito, sicuro di non essere stato visto da nessuno. Invece un paio di pescatori, impegnati con le loro canne sulle sponde del laghetto artificiale accanto allo stadio Euganeo, ha notato qualcosa di strano, ma soprattutto ha udito delle urla strazianti. Coraggiosi, sono saliti in auto e hanno inseguito l'assassino fino a sotto l'abitazione dello zio. Nel tragitto hanno chiamato il 113 e Melvin Arca è stato arrestato dalla polizia in via Sacharov. I due pescatori agli inquirenti hanno anche raccontato di avere visto il filippino mettere un piede in faccia alla vittima per tenerla ferma e colpirla con la roncola. Il giorno dopo l'omicidio il figlio di Sahagun, James di 21 anni, attraverso il suo profilo Facebook ha giurato vendetta nei confronti della famiglia di Arca «Se non sarà lui, sarà la sua famiglia a pagare, la vendetta verrà servita fredda. Qui non finisce finché non sarò io a finirla, non mi serviranno armi, ma solo pugni. E aspetterò il giorno di quando lui uscirà». Portato in Questura, il ragazzo ha dichiarato di avere agito d'impeto, ma ai poliziotti ha raccontato che sia il padre e sia Arca avrebbero potuto essere stati drogati prima di affrontarsi sul parcheggio dello stadio Euganeo. Circostanza però che non è fino ad ora emersa dalle indagini.
Marco Aldighieri
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