IL PERCORSO
PADOVA Dopo la visita dell'ispettore Icomos in città per una

Sabato 14 Settembre 2019
IL PERCORSO
PADOVA Dopo la visita dell'ispettore Icomos in città per una valutazione sul campo della candidatura dell'Urbs Picta, si incomincia a fare davvero sul serio. Il giudizio dell'inviato del Consiglio internazionale dei monumenti e dei siti, organo che si occupa delle proposte artistiche dell'Unesco, sarà determinante per il futuro cammino degli affreschi del Trecento verso il titolo di Patrimonio dell'Umanità.
LE TAPPE
Ma cosa accade ora? Il valutatore consegnerà il proprio report al gruppo di lavoro di altri esperti internazionali Icomos che in questi mesi hanno esaminato sulla carta il dossier padovano, costato quasi cinque anni di lavoro agli enti proponenti che hanno come capofila il Comune. Gli altri sono l'Accademia Galileiana, la Basilica del Santo e la Diocesi di Padova, in stretta collaborazione con l'Università. L'organismo di consultazione dell'Unesco è formato da personalità altamente riconosciute nel proprio campo (storia, storia dell'arte, iter Unesco) e solo a fine anno si attende un primo rapporto. In termini tecnici l'interim report sarà inviato alla delegazione di Parigi e affidato alle mani dell'ambasciatore italiano all'Unesco Massimo Riccardo. Conterrà una serie di osservazioni, in base alle quali si aprirà un confronto con gli enti proponenti che saranno convocati a Parigi. Si prospettano diverse ipotesi: il parere può essere negativo, e allora ci sarà da rimboccarsi seriamente le maniche. In questa malaugurata ipotesi si potrebbe addirittura pensare di rinviare la presentazione della candidatura per mettere meglio a punto la proposta. Nel caso, come si auspica, il parere sia positivo può comunque contenere alcune raccomandazioni rispetto al pacchetto presentato. I rilievi possono essere lievi o pesanti (minor e major observations). Nel caso delle Fortificazioni veneziane, ad esempio, uno dei siti non è stato ritenuto idoneo, e l'intero dossier ha dovuto essere riscritto. Più semplice intavolare il dialogo in caso di rilievi leggeri.
L'ESAME
Ci sarà tempo ancora fino a marzo per affilare le armi e apportare eventuali ritocchi e inviare il dossier aggiornato al Centro del Patrimonio Mondiale di Parigi. Occorrerà poi attendere con una certa trepidazione il mese di maggio per la ormai famosa raccomandazione, che può essere di quattro tipi: per la non iscrizione dell'Urbs Picta alla lista Unesco, per un'iscrizione differita (dossier da rifare), per un rinvio (necessari ulteriori ritocchi) e per l'iscrizione a patrimonio dell'Umanità. Il quarto caso, ovviamente, quello auspicato per la candidatura padovana.
Il prossimo anno il World Heritage Committèe si riunirà tra fine giugno e primi di luglio a Fuzhou, capitale della provincia di Fujian, in Cina, dopo che la seduta di quest'anno - quella che ha promosso le Colline del Prosecco - si è svolta a Baku, in Azerbaigian. Il Comitato è l'organo sovrano per eccellenza, e le sue decisioni sono insindacabili. È composto dai rappresentanti di ventuno Stati, tra i quali non figura l'Italia, ma è rappresentata ad esempio proprio la Cina che quest'anno ci ha eguagliati per numero di siti Unesco: cinquantacinque ciascuno, due record mondiali. In totale, con la seduta di Baku, i siti riconosciuti a livello mondiale sono oggi 1.121.
LA PROPOSTA
C'è comunque da ben sperare. Finora, l'avvicinamento a patrimonio dell'umanità è filato liscio. La svolta il 24 gennaio scorso quando la Commissione nazionale italiana per l'Unesco ha valutato positivamente la candidatura degli affreschi trecenteschi, facendo di Padova la città che rappresenterà l'Italia nel 2020. Della candidatura fanno parte otto siti: la Cappella degli Scrovegni, la Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo agli Eremitani, il Palazzo della Ragione, la Cappella della Reggia Carrarese, Il battistero della Cattedrale, la Basilica e il Convento del Santo, l'Oratorio di San Giorgio e l'Oratorio di San Michele. Custodiscono le opere del secolo d'oro, quella della signoria Carrarese, da Giotto a Giusto de' Menabuoi, da Guariento a Jacopo Avanzi, da Altichiero da Zevio a Jacopo da Verona.
Maria Grazia Bocci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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