IL DIBATTITO
PADOVA Era il febbraio del 2007. I Comitati del Pescarotto e Stanga

Sabato 19 Gennaio 2019
IL DIBATTITO
PADOVA Era il febbraio del 2007. I Comitati del Pescarotto e Stanga 6 con le loro pettorine fluorescenti firmate Città sicura se ne andavano a drappelli fra la stazione e via Anelli. Di notte, a fare le ronde. La politica se ne accorse. Il centrodestra organizzò i volontari della sicurezza, tanto comandava Zanonato che fece passare in Consiglio una mozione: no alle ronde padane. Ma erano altri tempi, le palazzine di via Anelli era appena state chiuse, giravano ancora chili di droga e tanta prostituzione. Oggi è diverso. È questione di tombini e di finestrini rotti per prendere una borsa o un paio di occhiali. Più il danno che altro. Ma alla Stanga non si sentono protetti. Venti colpi in pochi giorni verso mezzanotte hanno esasperato i residenti, pronti a scendere in strada. Le armi? Torce e telefonini.
IL PREFETTO
Chiedono di parlare con il Prefetto per ottenere il permesso di perlustrare. Renato Franceschelli conosce le insidie del terreno: «Se mi chiedono di riceverli lo farò. Ma non ci sono permessi da dare. La norma le vieta, non le autorizza. Peraltro abbiamo firmato con il Comune un protocollo per il controllo di vicinato che coinvolge i cittadini nel modo corretto e seguiti dalla Polizia locale. Lo fanno anche molti paesi del territorio. Possono associarsi».
IL SINDACO
Continua il sindaco Giordani. «È una zona da sempre sotto la nostra attenzione, quindi intensificheremo l'attività della Polizia locale. Ma guardando a medio termine con l'operazione dell'abbattimento delle palazzine di via Anelli in Primavera, costruiremo il primo atto per la riqualificazione di tutta la zona. E non dimentichiamo che al loro posto sarà costruita la nuova Questura che darà sicurezza a tutto il quadrante, fino a Mortise. Devo ringraziare i carabinieri che hanno fatto un lavoro importante nelle ultime settimane così come la polizia e il questore». Le ronde? «Io credo che bisogna affidarsi sempre allo stato, unico presidio per la vera sicurezza di tutti. Non sono contrario a forme di autogestione ma inserite in un contesto guidato. Per esempio, se i cittadini sono interessati potremmo allargare anche a lì il controllo di vicinato. Infine ricordo che sono in corso le installazioni per triplicare il numero di telecamere proprio in quella zona. Abbiamo cominciato a dicembre».
IL QUESTORE
Il questore Fassari allarga lo sguardo. «Ronda è una parola che invoca un sentore militare, non la userei. Diverso è se i cittadini avvertono le pubbliche autorità sollecitandone l'intervento. Di questo saremmo felici. Non se si sostituissero alle forze dell'ordine mettendosi in situazioni che possono diventare pericolose. Se un gruppo pensa di poter fronteggiare dei malviventi oppure solamente contrastarli con un conflitto verbale può correre dei rischi. Facciamo fatica noi... In ogni caso stiamo effettuando dei servizi mirati in quel territorio. Dunque un'iniziativa come questa non può essere correlata a un'idea di supplenza, o peggio di sostituzione, di attività di esclusiva competenza delle forze dell'ordine. Detto questo, faremo del nostro meglio».
I CARABINIERI
È il comandante della compagnia di Padova, il tenente colonnello Antonello Sini, a darne un esempio concreto. «Anche l'altra sera nel corso di un controllo abbiamo arrestato in quelle zone un irregolare del Gambia di 32 anni. Aveva con sè dello stupefacente. E abbiamo denunciato due tunisini per lo stesso motivo. Facciamo servizi quotidiani lungo la direttrice della Stanga e da circa un mese ci stiamo spostando dal fronte della droga, visto che i cittadini ci segnalavano situazioni di spaccio, a quello dei furti, potenziando i controlli. Un consiglio che possiamo dare è quello di non lasciare borse o altri effetti all'interno delle auto, che possano invogliare all'azione. Il punto fermo è sempre il 112 ma ci sono anche altri strumenti: abbiamo un filo diretto ad esempio con i cittadini dell'Arcella via wathsApp».
Mauro Giacon
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