Gli albergatori: «C'è poca chiarezza, fioccano le telefonate dei clienti»

Sabato 24 Luglio 2021
Gli albergatori: «C'è poca chiarezza, fioccano le telefonate dei clienti»
TURISMO
PADOVA Un provvedimento giudicato necessario, ma che presenta ancora troppe incognite, sia a livello normativo che organizzativo. Il decreto che fissa il 6 agosto come data di partenza per l'obbligo del green pass per accedere a ristoranti, bar, alberghi e piscine termali non è stato accolto entusiasticamente dalle associazioni di categoria, ma viene visto come l'unica strada per evitare nuove chiusure.
«Siamo in attesa di leggere con attenzione il testo definitivo, che sarebbe stato meglio diffondere prima dell'annuncio del premier Draghi esordisce Marco Gottardo, presidente dell'Ente Bilaterale Turismo Padova che comprende, oltre agli hotel, i settori della ristorazione e dei pubblici esercizi della provincia, ma anche direttore sia della Federalberghi regionale che di quella delle Terme di Abano e Montegrotto -. Riteniamo che la data del 6 agosto sia troppo ravvicinata. C'è il rischio, per esempio, che un cliente che non abbia completato il ciclo di vaccinazione debba attendere dai quattordici ai ventuno giorni per essere considerato protetto. Se ha già prenotato il proprio periodo di soggiorno, sarebbe costretto a posticiparlo se non, addirittura, a rinunciarvi. Sarebbe stato meglio far entrare in vigore il provvedimento almeno una settimana dopo».
E intanto fioccano già le telefonate da parte dei clienti ai centralini degli hotel per avere chiarimenti. «Da quello che siamo riusciti a capire, perché ripeto che il testo del decreto non è ancora a nostra disposizione, il green pass non è obbligatorio per l'accesso alla struttura, ma solo ai suoi servizi. Non sarebbe quindi necessario per l'ospite che decidesse di trascorrere in albergo solo una notte e si facesse servire i pasti in camera. Un po' come è accaduto durante il lockdown. La gestione sarebbe invece più complessa per i clienti che entrassero in sala da pranzo e in piscina, oppure accedessero agli spazi comuni. Comunque, faremo il possibile per adeguarci in tempo».
La situazione è leggermente diversa, e affrontabile in maniera più semplice ed efficace, per ristoranti e bar. «Va ricordato che chi consuma al banco o all'aperto degli esercizi pubblici non deve presentarlo e lo stesso vale per i ristoranti continua Gottardo -. Se invece si siede all'interno sarà sufficiente che il personale accerti con il proprio smartphone la validità del documento che il cliente avrà con sé. Esistono delle specifiche applicazioni, come verificaC19, che permettono questo tipo di veloce controllo. E' un appesantimento organizzativo, ma comunque di poco conto».
Una riflessione, infine, la riserva alle polemiche scoppiate a livello politico sull'obbligatorietà o meno della vaccinazione. «Noi non vogliamo entrare in questa diatriba. Riteniamo però che le disposizioni del decreto, intese come un invito a immunizzarsi contro il Covid, rappresentino un fatto positivo. Questa, al momento, è l'unica strada per evitare di essere costretti a precipitose retromarce. Se il quadro pandemico dovesse nuovamente assumere proporzioni allarmanti conclude si arriverebbe a nuovi blocchi degli spostamenti fra regioni. Con tutte le conseguenze che è facilissimo immaginare».
Eugenio Garzotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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