Giordani: «Fiducia negli investigatori» Ma Marcato attacca: «È emergenza»

Lunedì 27 Gennaio 2020
Giordani: «Fiducia negli investigatori» Ma Marcato attacca: «È emergenza»
LE REAZIONI
PADOVA «Anzitutto auspico che questo molestatore sia assicurato il prima possibile alla giustizia». Prima di ogni altra riflessione, è questa la premessa del sindaco Sergio Giordani nel commentare gli ultimi episodi di Prato della Valle. «Non posso che avere ancora una volta una grandissima fiducia nelle forze dell'ordine - osserva -. Ho apprezzato le recenti parole del questore che ci ricorda come il loro impegno sia costante e la sicurezza e l'ordine pubblico siano in ultima istanza competenza dello Stato. Ecco perché, anche se non è la panacea di ogni male, credo che sia importante che la politica si adoperi trasversalmente con il governo per accelerare il processo che porterà la questura di Padova in prima fascia, con conseguenti dotazioni organiche e un surplus di attenzione».
Nelle parole di Giordani c'è spazio anche per una chiara stoccata: «La politica deve remare in questa unica direzione, al di là delle solite sterili polemiche che non risolvono niente e che ricordano tanto l'avvicinarsi delle elezioni regionali. Elezioni che a me invece non tolgono il sonno perché penso sempre e solo a Padova». Giordani difende ancora una volta il proprio operato: «I reati a Padova sono in calo da tre anni consecutivi. Ciò non toglie che la nostra attenzione, per quello che possiamo fare, resta massima come dimostrano gli sforzi enormi in termini di videosorveglianza e unità cinofile. Certo uno sforzo del governo, che mi pare si stia già muovendo in tal senso, per garantire la certezza della pena, sarebbe un passo importante». Appartiene alla Lista Giordani il consigliere comunale Luigi Tarzia, presidente della commissione Sicurezza: «Ciò che è successo - dice - è molto grave e provoca allarme sociale, così come è capitato con l'aggressione dell'Arcella. Porterò, se necessario, il caso in commissione».
Toni ben più duri sono quelli di Roberto Marcato, assessore regionale leghista: «Ora basta, ora davvero bisogna dire basta. Cos'altro aspettiamo per dire che a Padova c'è un'emergenza-sicurezza? Se c'è una febbre, non bisogna prendersela con il termometro. Non basta dire che certi episodi capitano in tutte le città. Iniziamo a renderci conto della realtà: questi episodi capitano per davvero e non sono colpa dei leghisti cattivi. A Padova il tema della criminalità va affrontato seriamente e servono azioni forti». Marcato, poi, allarga, il discorso: «L'emergenza è anche colpa della gestione dell'immigrazione negli ultimi dieci anni. Il Ministero dell'Interno ci dice che in Italia abbiamo il 10% di stranieri che commettono il 30% dei reati. E a chi mi dice che un palpeggiatore può essere anche italiano, rispondo: mi bastano e avanzano i nostri criminali, non serve accoglierne altri. Ha ragione il questore nel dire che non bisogna mai girarsi dall'altra parte, ma i cittadini avrebbero più incentivi e più soddisfazione nel denunciare un reato se poi quella persona si facesse almeno una settimana di carcere, invece che trovarsela un'ora dopo sotto casa».
Duro anche il consigliere d'opposizione Matteo Cavatton di Libero Arbitrio: «Questa e' la Padova sicura vagheggiata da certi buonisti che governano la città. Credo sia ora che il sindaco apra gli occhi, oramai foderati dalla propaganda arcobaleno, e si renda conto che in nessun luogo di Padova, a nessuna ora, si può più camminare tranquilli. La smetta di considerare i padovani onesti come cittadini di serie B e dedichi le risorse necessarie al maggior presidio del territorio ed alla tutela dei residenti che non delinquono e che pagano le tasse anche per poter visitare e far visitare ai propri figli il Prato, senza subire molestie, scippi e aggressioni».
Gabriele Pipia
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