Gianfranco, l'ultimo discendente: «Ma con Alberto mi sentivo poco»

Giovedì 6 Maggio 2021
Gianfranco, l'ultimo discendente: «Ma con Alberto mi sentivo poco»
LA FAMIGLIA
PADOVA «Con Alberto ci sentivamo poco, per farci gli auguri di Natale. Dunque non sono a conoscenza di quali siano i rapporti con le persone che sua moglie Renata ha nominato come eredi, nè li conosco. Io sono terzo cugino di Alberto, nel senso che mio padre, Benedetto, è primo cugino di Alberto. Ma se non c'è alcun testamento da parte di Alberto tutti i beni sono passati alla moglie che ha deciso per conto proprio».
Chi parla è Gianfranco Sgaravatti, 78 anni, ormai ultimo discendente diretto della storica famiglia di vivaisti o per meglio dire architetti dei giardini, made in Saonara. Una storia laterale la sua rispetto a quella che ancora oggi va avanti, in Sardegna, grazie a Rosi, la moglie di Leone Sgaravatti che a metà del 1900 condivideva l'azienda con il fratello Angelo.
Per seguire l'evolversi della dinastia bisogna partire proprio da loro. Perchè Alberto, morto nel 2019 senza lasciare figli e testamento è figlio di Angelo. Mentre Benedetto figlio di Leone, è stato il padre di Gianfranco. «Verso la fine degli anni 60 la famiglia decise di dividere l'attività in due tronconi. Mio padre, fondò la Grandi vivai Benedetto Sgaravatti che cessò in pratica nel 1990 alla sua morte, nel senso che poi l'azienda venne presa in carico dalla cooperativa Covisa di Saonara. Ma una costola di questa azienda negli anni 80 si trasferì in Sardegna dove opera ancora oggi sotto il nome di Sgaravatti Group e di cui è titolare Rosi, la moglie di mio nonno Leone».
L'altro ramo invece, quello di Angelo e Alberto, è confluito nella A&A Sgaravatti che in pratica si è estinta in queste settimane in quanto ditta individuale legata a Renata Cappellato.
Gianfranco nella vita si è occupato di barbabietole e zuccherifici, il padre sposò Marisa Montesi. Con lui nella foto a destra ci sono i fratelli e i genitori. La storia della Sgaravatti però è avvincente come tutte quelle delle famiglie che hanno fatto l'imprenditoria nazionale. Il capostipite Benedetto nel 1790 faceva il contadino a S. Maria di Sala. E lì diventò giardiniere. La prima azienda nacque nel 1820 con il figlio Angelo e i fratelli Antonio e Benedetto. Da allora gli Sgaravatti hanno vestito i giardini di principi e ricchi, da Casa Savoia a villa Certosa di Berlusconi: gestendo i 120 ettari di quest'ultima. Ma ancora prima riuscirono a trasformare una parte del deserto di Abu Dhabi in una splendida oasi verde. La consacrazione definitiva avvenne con la preparazione dei giardini delle case dei vip in Costa Smeralda, quando l'Aga Khan decise di investirci. Il principe era coetaneo di Leone e arrivò al trono nel 1956. Ma tre anni dopo stabilì che la Sardegna era il posto migliore per vivere. E quando vide il giardino della proprietà Sgaravatti ne rimase affascinato chiedendo il loro aiuto. Tanto che ad un certo punto gli Sgaravatti e Ilario Montesi diedero vita a una società comune per finanziare l'operazione aprendo la Original Sgaravatti, una spa. Non tutto è andato sempre bene. Nel 1979 Leone Sgaravatti subì il primo sciopero in azienda. Andò in crisi al punto che dovette chiuderla. Ma mantenne l'attività in Sardegna fino alla morte improvvisa nel 1986 in un incidente d'auto.
M.G.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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