Fioccano prenotazioni pronti gli agriturismi

Lunedì 26 Aprile 2021
LA SITUAZIONE
PADOVA Quella di ieri è stata per molti gestori una festa trascorsa per preparare gli allestimenti in vista della riapertura decretata per oggi. Pergolati in ordine, tavoli e sedie rimessi a nuovo e gazebo appena acquistati hanno costituito l'ultima fatica dei titolari delle attività di ristorazione, in un atteggiamento combattuto fra fiducia ed incertezza.
«In molti operatori spiega infatti il segretario dell'Associazione provinciale pubblici esercizi (Appe) Filippo Segato gli interrogativi sono più delle sicurezze. Soprattutto in ragione del fatto che non sono stati affatto cancellati i dubbi temuti dai nostri iscritti. Molti di loro ad esempio non sanno come comportarsi nelle norme da seguire per la stessa preparazione dei piatti da servizi all'aperto e non hanno del tutto chiaro né il codice di comportamento da adottare servendo a distanza dalla cucina». Le prenotazioni in vista della riapertura, almeno per i locali che dispongono di spazi all'aperto, non mancano. La lista delle richieste favorisce ovviamente i ristoratori delle zone dei colli. E non solo perché i clienti, impazienti di risedersi a tavola, vogliono farlo decisamente fuori porta, ma perché sono quasi tutti dotati di spazi super attrezzati. Insegne come da Taparo e Ballotta hanno già il quasi tutto esaurito per i prossimi week end. E riprendono le richieste per l'organizzazione di pranzi di matrimonio e feste per le prime comunioni in calendario per maggio. Sorridono ovviamente anche gli agriturismi, anch'essi impegnati nel restyling di aie e cortili. «Pur di sopravvivere alle chiusure delle ultime settimane - spiegano i titolari dell'agriturismo La Buona Terra di Cervarese - ci siamo inventati anche le colazioni all'aperto nei fine settimana. Tante famiglie hanno risposo bene. Ora però vogliamo ripartire sul serio».
IN CITTÁ
Diversa la situazione per i ristoratori cittadini. «Nessuno continua Filippo Segato ha investito più di tanto per l'allestimento degli spazi all'aperto. Molti temono, oltre alle bizze del tempo, anche un possibile rientro in arancione o in rosso dalla zona gialla. E non si fidano di spendere somme poi difficilmente recuperabili». L'incertezza che contraddistingue la riapertura per i ristoratori cittadini, è del resto legata ai tanti punti oscuri della normativa. Un esempio? «Sono pronto a riaprire anche perché più di qualche turista è in arrivo spiega Sergio Capovilla, titolare della Terrazza Carducci in Prato della Valle ma non so cosa succederà se uno scroscio di pioggia dovesse abbattersi sullo spazio all'aperto. Dovrei accogliere i miei clienti in fretta e furia all'interno. Ma temo che non mi sia consentito».
Resta ugualmente un rebus, affidato all'incerto responso delle Faq (Frequent asked questions) del Ministero, la possibilità di chiudere le pareti scorrevoli delle vetrate in caso di maltempo. «Che si possa o meno taglia corto Alessandro Pugliese, titolare dell' Osteria alla Vigna di Riviera Paleocapa l'importante è che si possa ripartire. Noi siamo chiusi dallo scorso ottobre. Ed abbiamo solo voglia di lavorare«.
IL COPRIFUOCO
Una certezza, peraltro mal digerita dai ristoratori e dagli organismi di categoria, è quella dell'obbligo di rientro alle 22. «La nostra associazione spiega il presidente dell'Ascom Confcommercio, Patrizio Bertin rilancia l'idea di consentire al cliente di poter rientrare a casa dopo la fatidica ora, utilizzando lo scontrino o la ricevuta come prova di aver lasciato il locale entro le 22. É l'ennesima prova del senso del responsabilità ed onestà dimostrato finora dalla stragrande maggioranza dei nostri associati». Ovviamente non manca il malessere dei titolari dei locali privi di spazi all'aperto. «Continuiamo a fare parte si lamentano i gestori dell'enoteca Corte sconta in zona Ghetto degli operatori ignorati dal Governo che continuano a stare alla finestra e a guardare chi invece comincia a lavorare». Il malessere trova eco nella protesta che l'Appe ha indetto per le 10.30 di oggi, quando decine di baristi e ristoratori privi di plateatico attraverseranno le vie cittadine percuotendo pendole e stoviglie. Lo scopo è dimostrare che quella di oggi è solo una falsa ripartenza. Ad aprire infatti sarà un ristoratore su due. Per più della metà l'area esterna è solo un punto di appoggio, non uno spazio adatto ai clienti.
Lucio Piva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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