Esame di guida col trucco: due denunce

Venerdì 25 Maggio 2018
Esame di guida col trucco: due denunce
IL CASO
PADOVA Blitz dei carabinieri alla Motorizzazione Civile di Padova, durante una sessione di esami di teoria per la patente. Gli esaminatori, infatti, si sono accorti che due stranieri stavano barando facendosi suggerire le risposte al quiz attraverso un piccolo auricolare bluetooth.
LA SCOPERTA
Su richiesta degli esaminatori, sono dovuti intervenire i militari dell'Arma: giunti sul posto sono stati ragguagliati sulla situazione da un funzionario della Motorizzazione che, passando vicino alle postazioni di due candidati indiani che stavano sostenendo la prova, ha notato l'utilizzo del trucchetto.
I due, infatti, usavano un file audio che leggeva loro le domande, in quanto privi di cittadinanza italiana e anche di un titolo di studio pari a quello della licenza media. Gli esaminatori, passando, hanno percepito rumori e suoni come se si sovrapponesse un'altra voce a quella del programmino che leggeva le domande. A quel punto, finita la prova, i carabinieri intervenuti hanno preso in disparte i due extracomunitari i quali, prima hanno consegnato entrambi due telefoni cellulari e, poi, dopo essersi tolti le cuffie audio usate per sostenere la prova di esame, un piccolo auricolare bluetooth, modificato ad hoc per l'occorrenza, dal quale qualcuno gli suggeriva le risposte.
I due sono stati denunciati per truffa aggravata e gli sono stati sequestrati i telefoni e gli auricolari. Ora le indagini dovranno identificare che fosse dall'altra parte.
I PRECEDENTI
L'anno scorso il Gip Cristina Cavaggion si è opposta all'archiviazione del caso che vedeva coinvolta una ragazza 25ene iscritta alla facoltà di Giurisprudenza. La giovane aveva problemi a superare l'esame di Procedura civile così aveva trovato il modo di farsi suggerire, in cambio di 50 euro, le risposte da due amici attraverso un sofisticato sistema di collegamento durante l'esame. Dopo essere stata scoperta è stata denunciata per alterazione d'esame, reato contemplato dalla legge sul plagio. E ha procurato un sacco di grattacapi anche ai due suggeritori, denunciati per falso ideologico commesso da privato in atto pubblico, truffa e violazione della stessa legge sul plagio. In quell'occasione gli agenti hanno finto di essere studenti e avevano preso posto a fianco alla studentessa durante l'esame. Alla fine del tempo concesso per la prova scritta l'hanno avvicinata, si sono qualificati e le hanno sventolato sotto al naso il decreto di perquisizione. La studentessa ha capito di essere finita in trappola. Ha consegnato spontaneamente il minuscolo auricolare a pallino, senza cavo, che teneva nascosto tra i capelli vicino all'orecchio, un ricevitore Bluetooth a induzione agganciato ad una collana, e un telefonino nascosto sotto ai vestiti. Un sofisticato kit che le consentiva di ottenere in tempo reale le risposte ai quesiti d'esame, grazie agli amici collegati dall'appartamento della ragazza, in pieno centro, a poca distanza dall'aula.
Marina Lucchin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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