Emergenza Pfas, raccolta di firme delle mamme

Mercoledì 16 Gennaio 2019
MONTAGNANA
«Siamo soddisfatte della chiusura delle indagini sulla Miteni, ma sappiamo anche che siamo solo all'inizio di un lungo iter giudiziario». E' il commento di Patrizia Zuccato, portavoce del gruppo Mamme No Pfas di Montagnana, all'indomani della formulazione delle accuse, da parte della Procura di Vicenza, a carico di Miteni. Avvelenamento delle acque e disastro innominato sono i due reati contestati all'azienda chimica di Trissino, ritenuta responsabile dell'inquinamento delle falde acquifere del Basso Veneto, per una popolazione complessiva di oltre 300mila abitanti. Tredici le persone indagate (manager delle aziende che si sono succedute alla proprietà: Mitsubishi, Icig e infine Miteni). Agli indagati si contesta il reato in forma dolosa dal momento che, pur essendo al corrente del rischio di inquinamento, non avrebbero fatto nulla per impedirlo, almeno fino a luglio del 2013.
«Speravamo che venisse contestato il disastro ambientale, per cui sono previste pene maggiori dichiara Zuccato ma questa fattispecie di reato è stata introdotta soltanto nel 2015, dunque dopo i fatti su cui ha indagato la Procura. Ci auguriamo che il secondo filone di indagine, relativo allo sversamento di Pfas e Gen X avvenuto quando l'emergenza Pfas era già in atto, si concluda con la contestazione del disastro ambientale. E speriamo venga valutata anche la responsabilità di chi doveva vigilare e invece non lo ha fatto». «Adesso più che mai è importante che gli abitanti dell'Area rossa diano mandato difensivo all'avvocato Matteo Ceruti prosegue la referente in modo tale da legittimarlo a vigilare sull'operato dei magistrati e a difendere le parti civili durante il processo».
Finora le Mamme No Pfas hanno raccolto 150 firme durante l'incontro informativo delle scorse settimane a Lonigo (Vicenza). Il 5 febbraio sarà la volta di Montagnana, dove i genitori del comitato sperano di raggiungere la stessa quota. Nel frattempo il sindaco di Borgo Veneto Michele Sigolotto ha inviato una lettera all'Ulss 6 Euganea chiedendo di «dare informazioni precise sulle azioni preventive che l'azienda intende mettere in atto nei confronti della popolazione», relativamente alla filiera della produzione alimentare che attinge acqua dalla zona rossa. Una richiesta avanzata dal primo cittadino vista la preoccupazione degli abitanti, anche alla luce della recente ordinanza con cui il governatore Luca Zaia ha vietato (fino al 30 giugno) il consumo di pesce pescato nei comuni dell'area più contaminata.
M. E. P.
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